Camorra, il pentito: ‘I Vastarella volevano uccidere il boss Savarese, fu salvato dalla polizia’

“Si, ho appreso da..omissis, figlio di…omissis… che lavora all’ospedale San Gennaro dei Poveri come infermiere, cognato di …omissis…, che, uno o due giorni prima dell’omicidio di Vittorio Vastarella, Lello Topo e Mike Korkoi, volevano attentare alla vita di Salvatore Savarese che però riuscì ad evitare l’agguato grazie alla presenza di appartenenti alle forze dell’ordine”. E’ una delle tante rivelazioni inedite del pentito Rosario De Stefano contenute nelle 391 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare firmate dal gip Francesca Ferri con la quale il mese scorso è finito in carcere tutto il vertice dei Vastarella. E gli investigatori sono convinti che l’omicidio di Vittorio Vastarello, figlio del boss Lello “cap ‘e auciell” sia proprio una vendetta dei Savarese-Sequino. Del resto è lo stesso boss Raffaele che intercettato nel carcere di Voghera dove era detenuto il 3 settembre del 2016, poco più di un mese dopo della morte del figlio parlando con il figlio Rosario si dice convinto che il killer “appartiene a uno dei Sequino”. E i Sequino sono ora legati ai Savarese e hanno intrapreso una lotto intestina per il controllo delle attività illecite nel rione Sanità contro i Vastarella, dopo che per un periodo si erano alleati. E poi improvvisamente nel 2016 come raccontano i Genidoni “Barbudos” intercettati a Milano nell’abitazione dove poi sarà arrestato Antonio Genidoni: “Si sono rotte le giarretelle”, perché era stato picchiato violentemente un uomo dei Sequino che si credeva fosse il responsabile del furto del motorino di Dora Staterini, moglie del boss Patrizio Vastarella. L’omicidio del “padrino” Salvatore Savarese avrebbe rappresentato probabilmente il puto di non ritorno della scontro tra i clan del rione Sanità perchè si tratta di un boss temuto. L’ex braccio destro del boss Giuseppe Misso rra diventato famoso perchè durante i dieci anni di carcere condiviso l’ora d’aria in carcere con il Capo dei Capi Totò Riina: era uscito di carcere nel 2013 dopo essere stato assolto in appello per l’omicidio di Luigi Sgueglia. E il “padrino” non aveva perso tempo. Infatti a dicembre dello stesso anno era stato fermato dai carabinieri in vicoletto Zuroli a Forcella mentre teneva un summit con quelli che poi diventeranno i suoi alleati della 2Paranza dei bimbi” e tra questi vi erano  Luigi Vigorito, Rosario Postiglione, Antonio Sarni, Salvatore Cedola, Fabio Romano, Pasquale Amodio, Nicola De Martino, Massimo Gaudino, Cristiano Giuliano: tutti con precedenti penali per 416 bis e tutti finiti in manette perché trovati anche in possesso di droga e di un fucile a canne mozze. Ma dopo tre settimane di carcere fu rimesso in libertà con gli obblighi della sorveglianza speciale. Obblighi violati a dicembre dello scorso anno quando fu denunciato perchè partecipava a un summit nel corso del quale fu arrestato il suo guardaspalle Antonio Attrattiva un pregiudicato 27enne trovato in possesso una pistola sig-pro calibro 9 che portava carica nella cintola dei pantaloni con 5 cartucce a palla camiciata nel caricatore.

Rosaria Federico

 5. continua

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 (nella foto da sinistra Patrizio Vastarella, Salvatore Savarese, Lello Topo, Mike Korkoi)

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