Delitto Vassallo, il buio dieci anni dopo: l’appello per l’istituzione di una commissione d’inchiesta

Pollica. Dieci anni di mistero e silenzio per la morte di Angelo Vassallo, il sindaco pescatore, ucciso con 9 colpi di pistola il 5 settembre del 2010. Dieci anni e per l’ennesimo anniversario della morte ancora buio pesto sui responsabili del delitto, nonostante un’indagine mastodontica ma infruttuosa nella quale si sono battute numerose piste, tutte – per il momento – risultate non sufficienti a dare un volto e un nome a mandanti ed esecutori. Dopo una chiusura delle indagini senza colpevoli, per due volte la procura antimafia di Salerno ha riaperto il caso, ma a dieci anni dal delitto quello di Vassallo è un delitto irrisolto.
Non è mai stata superato quello che è stato uno dei moventi più battuti fin dalla prima ora, cioè la lotta senza quartiere agli spacciatori di stupefacenti che in quel periodo Vassallo aveva ingaggiato per proteggere la sua Pollica-Acciaroli, il paese che guidava da 15 anni come sindaco. Ma se questa è una quasi certezza, chi abbia deciso di eliminarlo rimane ancora un mistero. La droga, la battaglia di Angelo Vassallo, per proteggere i figli della sua terra è il movente sul quale puntare, ne sono da sempre convinti il fratello Dario, presidente della “Fondazione Angelo Vassallo Sindaco-Pescatore”, amici e parenti.
Un movente che ha portato gli inquirenti prima ad indagare uno spacciatore italo-brasiliano, Bruno Humberto Damiani, poi scagionato, e successivamente Lazzaro Cioffi, un carabiniere della caserma di Castello di Cisterna, accusato di collusione con la camorra e con il boss di Caivano Pasquale Fucito del Parco Verde. La posizione di Cioffi, indagato a piede libero, per il delitto Vassallo non è ancora stata chiarita dalla Procura antimafia di Salerno. In occasione del decennale dalla morte Dario Vassallo ribadisce le sue convinzioni: “So chi ha ucciso mio fratello. Dopo dieci anni, giungere alla verità è ormai un dovere”.
Oggi numerose le testimonianze a ricordo del sindaco ucciso a Pollica, tra queste quella del presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, affidata ad un post sui social: “A dieci anni dal suo barbaro omicidio ad Acciaroli, più urgente che mai è il nostro diritto alla giustizia. La lezione civile che ha reso Angelo Vassallo sindaco simbolo del riscatto del Mezzogiorno, e della sua valorizzazione, era fatta – scrive – di impegno quotidiano e costante, di entusiasmo, di tutela ambientale, di coraggio non comune”.
Vassallo è stato ricordato oggi, anche dal presidente del Senato, Roberto Fico: “Dieci anni fa a Pollica veniva ucciso Angelo Vassallo. Era il sindaco del paese, ma soprattutto era un punto di riferimento della propria comunità – e non solo – per la sua integrità morale e per l’attenzione e sensibilità ai temi della legalità e dell’ambiente. Sul suo omicidio non sono ancora state accertate le responsabilità. Soddisfare l’aspettativa di verità e giustizia sul delitto costituisce un dovere morale, e questo non solo nei confronti della vittima, dei suoi familiari, e di una comunità profondamente scossa, ma anche di tutti quegli amministratori che lavorano assiduamente per il rinnovamento e la rinascita dei propri territori”.
Proprio al Parlamento italiano è stato ribadito più volte anche oggi, l’esigenza di istituire una commissione d’inchiesta sul delitto.
“Riteniamo fondamentale l’istituzione della Commissione di inchiesta per favorire l’individuazione dei colpevoli dell’omicidio Vassallo”. Ha detto Paolo Siani del Pd, fratello di Giancarlo Siani, il giornalista ucciso. “Lo dobbiamo al suo sacrificio, al suo essere esempio di buona politica, quella che lotta concretamente contro il crimine, che fa meno notizia ma per fortuna esiste e va raccontata. Ma lo dobbiamo anche alla memoria delle tante vittime innocenti delle mafie che non hanno ottenuto ancora giustizia. Poche settimane fa, è stato archiviato il processo per l’omicidio di Mariano Bottari, un pensionato colpito a Portici da un proiettile vagante. Per non parlare del treno Rapido 904: 16 vittime e 267 feriti non possono ottenere giustizia perché il boss Riina, unico imputato, è morto e ha portato con sé i misteri di quella efferata strage. Contrastare le mafie significa anche dare giustizia alle vittime, tante delle quali sono rimaste senza colpevoli. La commissione di inchiesta per l’omicidio Vassallo serve proprio a questo”, conclude.
“E’ uno scandalo nazionale che a 10 anni non ci sia un elemento di verità”. Così il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca interpellato dai giornalisti a Vallo della Lucania sui 10 anni dall’omicidio di Angelo Vassallo, sindaco di Pollica. “Posso capire la complessità delle indagini – ha aggiunto De Luca – ma 10 anni sono un’epoca e non è possibile non dare una certezza alle famiglie, ai concittadini, a tutti gli italiani. Ci auguriamo che si costituisca una commissione d’inchiesta parlamentare per fare luce su questa vicenda”.
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Cronache della Campania@2016-2020

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