Camorra, il pentito: ‘L’alleanza tra i Sequino e i Vastarella si è rotta con l’omicidio di Totore Esposito a Materdei’

“…la pistola mi fu regalata non da Staterini ma da Lello Vastarella quando uscì dal carcere che tra l’altro mi procurò anche un appartamento nelle Fontanelle, dove in precedenza aveva abitato “Giannino e bacchett”… voglio precisare che questa pistola che io ho ricevuto in dono da Lello Vastarella, l’ho poi ceduta tramite mio padre, perché in quell’epoca mi trovavo a Riccione, a Luigi Vastarella detto “O’fringuello” e fu rinvenuta, se ben ricordo, sul luogo dove, verso il 1998, fu ucciso e precisamente fuori al Commissariato Dante. Questo fatto si è verificato dopo che furono sequestrate le armi a Lello Topo poiché il clan era rimasto con poche armi e Luigi tramite mio padre mi chiese di riavere la pistola predetta”. A parlare è il collaboratore di giustizia Rosario De Stefano figlio del rione Sanità anche a livello criminale e per questo che è stato in grado di raccontare la storia  dei clan del suo quartiere a partire dagli inizi degli anni Novanta. Molte delle 391 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare firmate dal gip Francesca Ferri contengono suoi racconti. E grazie anche ai suoi racconti che si è tolto il velo sulla cosca che negli ultimi anni era diventata egemone nel rione. Ha raccontato ancora De Stefano: “…Tengo a precisare che quando è uscito PATRIZIO VASTARELLA mi mando’ a chiamare tramite il nipote Fabio ed io non ci sono andato. Avvisai prima Totore Sequino e poi andai a parlare con lui. Sono a andato a casa sua di mattina e alla presenza di varie persone tra cui Lellluccio Topo, Antonio e Fabio Vastarella e Micol, Patrizio mi disse che lui “aveva dietro la Masseria Cardone” e mi propose di riprendere a stare con loro, mi propose in particolare di vendere per loro la cocaina nella zona di casa mia, San Gennaro dei Poveri, il suo obiettivo era di prendersi tutta la Sanità. Io non ho accettato la proposta di Patrizio Vastarella perché era il periodo in cui già stavo dando appoggio a Carlo Lo Russo , mi ero già impegnato per lui, gli dissi che non ero all’altezza perché mi drogavo . Posso dirle che almeno sino a quando erano alleati con i Sequino, i Vastarella avevano come loro territorio di competenza quello compreso da Capodimonte a scendere fino al ponte della Sanità che segnava l’inizio del territorio dei Sequino che si estendeva sino ai Vergini. Ricordo che l’alleanza tra i Vastarella ed i Sequino, che già aveva subito una scossa nell’occasione del ferimento di Tonino detto “zeppola anguilla”, finì definitivamente a causa dell’uccisione di Totore Esposito, membro del clan Sequino, commesso al vico Nocelle di via Salvator Rosa nell’agosto del 2016 OMISSIS”. E’ stato questo un passaggio fondamentale delle deposizioni del pentito perchè gli omissis hanno un significato ben preciso. Probabilmente il pentito ha detto qualcosa in più sul clamoroso agguato del 3 agosto 2016 a Materdei dove oltre al boss Totore Esposito, reggente all’epoca dei Sequino, fu ucciso anche Ciro Marfè, uomo del clan Contini e rimase ferito un altro pezzo da novanta dei Sequino come Pasquale Amodio. Gli investigatori hanno in mano elementi nuovi suggeriti dal collaboratori di giustizia sui quali si sta lavorando. Le voci di strada secondo le quali in quell’agguato ci sia stato lo zampino dei Vastarella perché non invitati al summit organizzato da Esposito potrebbero trovare riscontri dal racconto di De Stefano. Il pentito nel continuare il suo racconto sulle attività criminali dei Vastarella ha anche spiegato: “…oltre allo spaccio della cocaina e dell’ashish anche le estorsioni erano fonte delle loro entrate come quelle ai rivenditori abusivi di fuochi di artificio; per quanto mi risulta, avendo parlato con i diretti interessati tra cui Lello Calise “detto Lupen”, che vende abusivamente i fuochi d’artificio a Capodimonte e nel Cavoncello, tutti i bancarellari dei fuochi d’artificio della Sanità dovevano pagare trecento euro al cosiddetto “sistema” cioè ai clan Vastarella, Sequino e Mauro ciascuno per il proprio territorio di competenza; queste circostanze mi sono state riferite proprio da Lello Calise; altre estorsioni commesse dai Vastarella sono quelle ai titolari dei garage esistenti nella Sanità….”.

Rosaria Federico

10. continua

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