Camorra, il pentito: ‘Il clan Vastarella voleva far trasferire un ispettore che dava fastidio’

Il clan Vastarella del rione Sanità voleva far trasferire un ispettore del commissariato di zona, quello di San Carlo Arena sia perché dava fastidio alla cosca sia perché era incorruttibile. Lo ha raccontato ai magistrati della Dda il pentito Rosario De Stefano che dopo aver fatto parte delle famiglie malavitose del rione Sanità  era approdato al clan Lo Russo di Miano e dopo l’arresto per l’omicidio di Pasquale Izzi è diventato pentito dopo che lo stesso boss Carlo Lo Russo aveva preso una decisione analoga. La circostanza è raccontata in un verbale datato 15 marzo 2017 che fa parte delle 391 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare firmate dal gip Francesca Ferri con la quale il mese scorso è finito in carcere tutto il vertice dei Vastarella. Racconta De Stefano: “…Ricordo che Patrizio mi chiese di portargli tale Zinno Vincenzo detto “o’Compare” perché avrebbe dovuto intervenire presso OMISSIS che avrebbe dovuto spostare dal Commissariato San Carlo Arena l’Ispettore …omissis… non conosco il cognome, che dava molto fastidio al clan Vastarella in quanto poliziotto integerrimo e non corruttibile; gli portai Zinno Vincenzo, col quale all’epoca facevo furti e rapine, preciso che Zinno ha sempre lavorato come filatore perché ha problemi di deambulazione, il quale promise il suo interessamento in cambio del rifornimento di cocaina, ad un prezzo di favore, ad uno dei suoi generi che ha un deposito di bevande nel “buvero di Sant’Antonio” e sulla cui transazione Zinno avrebbe spuntato un regalo; per quello che mi ha riferito Zinno, Antonio Vastarella ha rifornito almeno due volte suo genero ed il primo pacco di cocaina pagò intorno ai 50.000 euro; preciso che per pacco intendo un chilo di cocaina”.

Da profondo conoscitore della famiglia Vastarella, il collaboratore di giustizia ha ripercorso insieme con i magistrati la storia criminale del clan: “…Patrizio Vastarella fu arrestato verso la fine degli anni 90 ed è uscito verso il 2012/13 mentre nel 2014 è ritornato ad abitare nelle Fontanelle. Io dopo un poco che ero rimasto a Riccione sono tornato nella Sanità e lì mi sono chiarito con gli esponenti dei clan Misso-Savarese e Pirozzzi, nelle persone rispettivamente di Tonino Mazza, Giulio Pirozzi e Totore Savarese a condizione che non ritornassi con i Vastarella, mi consentirono di vivere nella Sanita, anche perché io non avevo commesso nessun fatto di sangue. Prima che uscisse dal carcere Patrizio Vastarella, i membri della sua famiglia avevano iniziato a farsi rivedere nella Sanità spacciando stupefacenti in una piazza; mi riferisco ad Antonio Vastarella figlio di Patrizio, Peppe Vastarella poi ammazzato, Vittorio Vastarella, pure ammazzato nell’agosto del 2016, Fabio Vastarella, figlio di Tonino Vastarella deceduto in Francia, Mikel, tale Girolamo e Tonino figlio di Lelluccio “o’femmenella” che di cognome fa Stella. Quando Patrizio Vastarella è ritornato nelle Fontanelle mi mandò a chiamare tramite Fabio Vastarella suo nipote; prima di andare da Patrizio Vastarella andai da Salvatore Sequino per dirgli come mi dovevo comportare avendo prima promesso ai loro alleati Misso-Pirozzi-Savarese che mai sarei ritornato con i Vastarella. Salvatore Sequino mi disse che non vi era nessun problema perché loro si erano alleati con i Vastarella, che evidentemente si erano nuovamente impiantati come clan nella Sanità. Cosi andai da Patrizio che mi propose di gestire una piazza di spaccio di cocaina e di ritornare nel loro clan; io presi tempo e non esclusi di ritornare con loro per paura di essere ammazzato ma chiaramente non era mia intenzione far parte di quel clan che si era macchiato dell’omicidio di mio cognato; da quel momento io ho comunque fornito informazione al clan di Patrizio Vastarella…Già prima che uscisse dal carcere Patrizio Vastarella, Mikel spacciava cocaina nelle Fontanelle, mentre Peppe Capocelli, altro membro del clan ha sempre spacciato erba e fumo; quando poi Patrizio è ritornato nella Sanità io, per quieto vivere, sono andato ogni giorno da Mikel a comprarmi la cocaina. Il punto dove gli uomini del clan Vastarella vendono gli stupefacenti è nei pressi del circolo dove sono stati ammazzati l’anno scorso Peppe Vastarella e Salvatore Vigna. Patrizio Vastarella mi ha anche chiesto di procurargli delle armi, cosa che non ho fatto perché temevo di non essere pagato. In un’occasione, a seguito del furto di un ciclomotore, di proprietà della moglie di Patrizio Vastarella, di nome Dora Staterini, fui nuovamente convocato da Patrizio perché si diceva che io ne ero stato il responsabile; andai in un basso nelle Fontanelle dove c’erano tutti i componenti del clan ed erano tutti armati; ricordo che alcune armi si trovavano su un mobiletto collocato sotto la finestra di questo basso. Erano presenti Patrizio Vastarella, Lello Topo, Girolamo, Antonio Vastarella, Vittorio Vastarella, Peppe Vastarella, Fabio Vastarella, Mikel e Capocella. Il motivo per cui erano tutti armati era perché temevano una reazione da parte dei Sequino avendo essi percosso un certo Tonino detto “Zeppolla Anguilla”, appartenente ai Sequino, sempre per la vicenda relativa al ciclomotore. Evidentemente i rapporti tra i Vastarella ed i Sequino si stavano sfilacciando…”.

 

 Rosaria Federico

 2. continua

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