Fonderie Pisano, l’allarme del comitato: “Qui si muore: Correlazioni tra polveri sottili e Covid”

L’associazione “Salute e Vita” torna a chiedere la chiusura della fabbrica di via Dei Greci e la pubblicazione dello studio Spes
Il Comitato e l’Associazione “Salute e Vita” ha inviato una lettera indirizzata al sindaco di Salerno, al presidente della Regione, a presidente del consiglio dei ministri, al Ministero della Salute, al Dipartimento di Protezione Civile, al Prefetto e all’Asl di Salerno (per conoscenza anche alla Procura e al Noe) per denunciare possibili correlazioni tra le polveri sottili che sarebbero emesse nell’aria dalle Fonderie Pisano e il Covid-19.
Facendo seguito alle comunicazioni relative all’attività delle Fonderie Pisano in piena emergenza Coronavirus “esprimono la propria amarezza in quanto, anche in un momento così difficile, in cui la Regione Campania si è vista costretta ad imporre persino all’aperto la mascherina a causa dell’aumento vertiginoso dei casi positivi di Coronavirus con l’intenzione di scongiurare un nuovo lockdown, ci sembra paradossale che, proprio in contemporanea, le Fonderie Pisano abbiano ripreso le proprie attività senza che nulla sia cambiato”. “Infatti, per l’intera giornata di venerdì 25 settembre, fino a tarda sera, con la ripresa delle attività delle fonderie, interi quartieri di Salerno, Pellezzano e Baronissi sono stati nuovamente invasi dall’odore acre e soffocante proveniente dalle Fonderie Pisano e dalle annesse polveri sottili, come risulta dalle centinaia di segnalazioni arrivate allo stesso Comitato e alle Forze dell’Ordine”.
Il Comitato e l’Associazione “Salute e Vita” intendono informare il presidente De Luca dei nuovi approfonditi studi, riportati su tutti i quotidiani nazionali, che sottolineano in maniera sempre più stringente il ruolo delle polveri sottili nella diffusione del Covid-19. “C’erano già chiare evidenze scientifiche che le polveri veicolino il virus: più alte sono le loro concentrazioni, maggiori sono i contagi. Il particolato atmosferico costituisce infatti un substrato che può permettere al virus di permanere nell’aria in condizioni vitali per tempi più lunghi, nell’ordine di ore o giorni. Adesso però, come riportato anche nel servizio di Presa Diretta – del 20 settembre 2020 – diversi ricercatori sostengono che, aver respirato per anni polveri sottili, rende più esposti al contagio e più grave il decorso della malattia. Dunque, non solo le polveri sottili rappresentano una sorta di “taxi” per andare ben più lontano delle famose goccioline emesse tossendo o anche solo parlando, ma l’esposizione di lungo periodo all’inquinamento atmosferico aumenta la vulnerabilità di chi è esposto al Covid-19, e ai contagiati causa forme di malattia più gravi”. Nello specifico, viene sottolineato che, “se si confrontano due aree geografiche molto simili, in cui l’unica differenza è un livello del particolato sottile più alto dell’altro, anche di poco, l’area che ha avuto storicamente un’esposizione maggiore all’inquinamento, ha un aumento della mortalità del Covid-19 dell’8%”. Per tale motivo, concludono gli studi, “è necessario ridurre al minimo le emissioni. Ciò purtroppo non accade a Salerno, dove invece, nonostante le numerose segnalazioni e le nostre precedenti comunicazioni, perdurano indisturbate le attività della fonderia, con emissione di odori soffocanti e dove varie zone della città, in diversi momenti della giornata, sono investite da puzza e polveri nocive”.
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Cronache della Campania@2016-2020

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