Coronavirus, potenziato il numero verde in Campania: pronti 400 posti letto con reparti in ogni ospedale

“A partire da stamani per rispondere al moltiplicarsi nelle ultime ore delle chiamate registrate dal numero verde regionale istituito per il Coronavirus, l’Asl Napoli 1 Centro – su preciso indirizzo del Presidente De Luca – ha provveduto a potenziare le postazioni di risponditori (portate da 5 a 9) e ha esteso l’operatività del call center sull’arco delle 24 ore”. E’ quanto spiega una nota diffusa dall’Asl Napoli 1 Centro. “E’ bene ricordare – si legge nella nota – che la Regione Campania, prima in Italia, ha istituito già dal 5 febbraio scorso il Numero Verde Regionale 800-90.96.99 deputato a fornire gratuitamente risposte ai cittadini in caso di dubbi o chiarimenti relativi a prevenzione, contagio e cura in merito al nuovo coronavirus 2019-nCoV. Il numero 800-90.96.99 è attivo dal 5 febbraio ed il suo funzionamento e’ garantito dall’Asl Napoli 1 Centro tramite gli operatori sanitari della centrale 118.
Il livello di attenzione è altissimo e lunedì saranno ridefinite le linee guida operative. “Stiamo monitorando in queste ore con grande attenzione tutte le strutture della sanità campana – dice in una nota il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca – rivolgiamo un appello ai cittadini a non affollare i Pronto soccorso e a evitare allarmismi. L’unità di crisi epidemiologica, istituita il primo febbraio scorso, è pronta ad affrontare ogni eventuale situazione di emergenza e siamo in grado, in caso di necessità, di predisporre tempestivamente locali e attrezzature idonei. Non si segnalano al momento casi conclamati di coronavirus nella nostra regione – continua il governatore – ma occorre tenere alto il livello di attenzione e usare prudenza, in particolare in situazioni di affollamento”.
Le regole di ingaggio dei soccorsi, per i casi sospetti di coronavirus, saranno dunque aggiornate anche in base alle nuove direttive emanate dall’unità di crisi del ministero della Salute che si è riunito ieri a Roma. Il primo anello della catena restano i medici di famiglia che possono intervenire, qualora lo ritengano utile, anche tramite una valutazione preliminare telefonica che preceda la visita in studio o a domicilio. L’obiettivo è limitare i contatti evitabili nei casi in cui si sospetti un’infezione da coronavirus. Il caso sospetto va inquadrato come tale sulla base della valutazione dei sintomi e in aggiunta non più soltanto in ragione di precedenti contatti stretti avuti nelle ultime due settimane con individui di rientro dalla Cina o da altre zone epidemiche. La trasmissione del virus in Italia sta infatti avvenendo anche in assenza di queste condizioni. È in ipotesi la possibilità di dotare anche i medici di famiglia di dispositivi individuali di protezione (guanti, tute e mascherine).
Cronache della Campania@2020

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