Coronavirus a Napoli: negozi cinesi chiusi per ‘senso civico’

Un’azione di buon senso. Cosi’ il portavoce della comunità cinese a Napoli ha spiegato l’iniziativa di numerosi gestori di negozi che a partire da ieri hanno chiuso le loro attività a Napoli ed in altre città campane dove si sono registrati casi di persone infettate.
“Abbiamo deciso di restare chiusi per due settimane, dal sperare di non causare panico e disagio. Sappiamo che in Cina – ha fatto sapere Wu Zhiqiang, presidente del sindacato cinese nazionale – la chiusura di esercizi pubblici e luoghi di aggregazione ha contribuito ad arginare il diffondersi del virus e abbiamo ritenuto, senza nessuna imposizione o indicazione istituzionale, di agire basandoci sul nostro senso civico sapendo che questo chiaramente produrrà anche un danno economico ai miei connazionali che hanno aderito all’iniziativa.Così come accadde nei primi giorni di allarme di diffusione del coronavirus – ricorda Wu Zhiqiang – quando la comunità cinese napoletana decise di mettere in autoquarantena i connazionali di rientro in città dalle aree colpite anche stavolta abbiamo deciso di agire in autonomia”. Su alcuni negozi i gestori hanno spiegato le ragioni della serrata annunciando la riapertura per il 15 marzo.
“Gentile cliente con la decisione della comunità Cinese in Campania, abbiamo deciso di restare chiusi per due settimane, dal sperare di non causare panico e disagio. Non siamo ammalati, non stiamo scappando e soprattutto non stiamo chiudendo la nostra attività.L’Italia è la nostra seconda casa, la nostra famiglia e la nostra carriera hanno istaurato radici qui. Ci siamo innamorati di questa terra, quindi per la salute di tutti ei cari dovremmo attuare delle misure di sicurezza”.
Cronache della Campania@2020

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