Renato Carosone a cento anni dalla sua nascita. Tanti i tributi al maestro che suonò per i soldati in guerra

Cento anni domani dalla nascita del grande Renato Carosone, uno dei maggiori autori e interpreti della canzone napoletana e della musica leggera italiana del Novecento.
Nato a Napoli il 3 gennaio del 1920, fin da bambino ha coltivato la sua passione per la musica iniziando a suonare un vecchio pianoforte della madre, scomparsa prematuramente nel 1927.
Spinto dal padre, impresario di un teatro e suonatore dilettante di mandolino, Carosone iniziò a studiare sotto la guida di un maestro e a 14 anni diede vita alla prima composizione: “Triki-trak” per pianoforte.
Nel 1935, a 15 anni, fu scritturato come compositore per le musiche degli spettacoli dell’Opera dei Pupi di don Ciro Perna. Due anni dopo, nel 1937, si diplomò in pianoforte presso il Conservatorio di San Pietro a Majella. Lavorò poi in Africa, dove tenne concerti per intrattenere i soldati. Alla fine della guerra, nel 1946, tornò in Italia e fondò il “Trio Carosone” con il chitarrista olandese Peter Van Wood e il batterista napoletano Gegè di Giacomo. Un complessino che godette fin da subito di grande popolarità.
Nel 1950, arrivò il debutto discografico.
Tra i suoi maggiori successi si ricordano: Torero, Caravan petrol, Tu vuò fà l’americano, ‘O sarracino, Maruzzella e Pigliate ‘na pastiglia. Carosone è stato anche uno dei due cantanti italiani (l’altro è stato Domenico Modugno) ad aver venduto dischi negli Stati Uniti senza inciderli in inglese.
Cronache della Campania@2019

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