“Non ci ha meravigliato l’assalto dell’ufficio della Polizia Penitenziaria nel carcere
minorile di Nisida. Anche se l’obiettivo era un altro giovanissimo detenuto che
avrebbero voluto aggredire e linciare, siamo di fronte alla testimonianza che i
minori reclusi prendono ad esempio gli adulti, secondo il più classico degli effetti
emulazione, per imporre le loro “regole”.
Ad affermarlo è il segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria Aldo Di
Giacomo per il quale “fino a quando sarà consentito a boss ed appartenenti a
camorra ed altre organizzazioni criminali di imporre la propria “legge” negli istituti
penitenziari, anche i giovanissimi faranno lo stesso. Anzi – aggiunge – i baby
criminali si stanno dimostrando, soprattutto a Napoli, più violenti e spietati degli
adulti specie perché motivati dalla forte voglia di scalare le gerarchie del clan e di
imporsi. E poi gli arresti continui di capi clan o comunque “pezzi grossi” scatenano
fuori e dentro il carcere la competizione per affermarsi alla successione.
Il problema centrale, come denunciamo da sempre – dice Di Giacomo – è quello
della revisione profonda e seria del sistema della detenzione ancor più per i minori
per i quali è generalizzato il ricorso a programmi di reinserimento sociale e
lavorativo con l’obiettivo di “redimerli” ad ogni costo. Ci facciamo prendere dal
buonismo nei confronti di ragazzi che invece, come accaduto a Nisida, danno
prova di ferocia”.
Cronache della Campania@2019
Fonte