Il boss al carcere duro trovato con tre telefonini in cella: aperta un’inchiesta sulle complicità

E’ stata aperta un’indagine dallo speciale nucleo investigativo della polizia penitenziaria per scoprire le complicità che hanno permesse al boss Giuseppe Gallo detto peppe o’ pazzo di detenere e usare addirittura tre telefonini nonostante fosse al regime di carcere duro nel penitenziario di Parma. Ieri mattina infatti gli agenti del Gom (gruppo operativo mobile) della Polizia penitenziaria e quelli del Nic (nucleo investigativo centrale) hanno scovato nella sua cella addirittura tre telefonini. Un iPhone e due apparecchi Android, tutti perfettamente funzionanti e dotati di schede sim sulle quali sono state avviati accertamenti. Gallo – sostengono gli investigatori – utilizzava quasi quotidianamente il cellulare. Ora le indagini oltre a scoprire come è stato possibile intrdurre i tre telefoni e soprattutto con la complicità di chi sono volte ad accertare anche con chi parlava e soprattutto se questi telefoni venivano utilizzati o messi a disposizione anche da altri detenuti. Del rinvenimento è stata informata la procura nazionale antimafia. Giuseppe Gallo, infatti, è il primo detenuto al 41bis trovato in possesso di cellulari, almeno il primo di cui si ha conoscenza. E’ considerato un pericoloso narcotrafficante e aveva anche strettissimi legami con il clan Amato-Pagano, i famosi scissionisti di Secondigliano. Un episodio gravissimo su cui ora vi è grande attenzione da parte degli investigatori per arrivare a tutti i responsabili. il boss che per anni si è finto pazzo, percependo anche la pensione di invalidità è stato condannato in settimana in appello a 20 anni di carcere per aver partecipato al duplice omicidio di Massimo Frascogna e Ruggiero Lazzaro, in un intreccio di ‘favori criiminali tra i clan Lo Russo di Miano e gli Amato-Pagano. Il mese scorso alla moglie sono stati sequestrati beni per oltre 100 milioni di euro.
Cronache della Campania@2019

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