Attentati dinamitardi , pestaggi e droga: ai baby boss dei Ligato 120 anni di carcere nonostante la scelta del rito abbreviato

Il gup del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha condannato a 20 anni di carcere ad Antonio Raffaele Ligato e 18 anni a sua sorella Felicia, entrambi figli del boss di Pignataro Maggiore Raffaele. Condannati anche Michele De Biase (10 anni); Davide Ianuario, l’amico del baby boss divenuto collaboratore di giustizia (6 anni); Daniele Schettini (12 anni); Anna De Fusco (9 anni); Fabio De Gennaro (10 anni); Claudio Di Bernardo (9 anni); Terence Fusco (9 anni); Luigi Mandesi (4 anni); Raffaele Palmieri (10 anni); Giuseppe Valente (10 anni).
L’inchiesta nella quale rimasero coinvolti aveva messo evidenziato come, nonostante l’arresto del capo Raffaele Ligato, i suoi figli abbiano preso in mano le redini della camorra creando una salda struttura organizzativa, con divisione dei ruoli, allo scopo di avere il monopolio del mercato delle sostanze stupefacenti . La configurazione a carattere gerarchico, era costituita da vere e proprie are di spaccio di sostanze stupefacenti gestite da insospettati capaci di smerciare oltre 50 kg di droga al mese.
Gli inquirenti, a seguito della sua scarcerazione (avvenuta il 2 dicembre 2015), Raffaele Antonio Ligato aveva dovuto affermare il proprio nuovo gruppo nel contesto ambientale ricorrendo alla violenza e mettendo in essere attentati dinamitardi e pestaggi affinché fosse che il nuovo gruppo camorristico operante nel territorio di Pignataro ed il ruolo di potere assoluto della famiglia Ligato.
Gustavo Gentile
Cronache della Campania@2019

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