L’ultrà Fabio Manduca investì Belardinelli sapendo di poter uccidere

Quando Fabio Manduca, l’ultra’ napoletano arrestato stamani nella sua abitazione dalla Digos di Milano in collaborazione con gli investigatori di Napoli, ha accelerato verso il gruppo di ultra’ interisti, che assaltarono la ‘carovana’ di macchine dei tifosi rivali il 26 dicembre 2018, era consapevole che con quella manovra avrebbe potuto uccidere Daniele Belardinelli, come poi e’ accaduto. Per questo motivo nelle indagini della Procura di Milano, guidata da Francesco Greco, e’ stato contestato al 39enne l’omicidio volontario nella forma del ‘dolo eventuale’, ossia con l’accettazione del rischio dell’evento. Manduca, infatti, dopo aver sorpassato un’altra macchina, un’Audi A3, secondo le indagini, non ha fatto alcunche’ per evitare gli ultra’ interisti che avevano invaso la carreggiata in via Novara all’inizio degli scontri, ma anzi si e’ diretto contro di loro con la sua Renault Kadjar, ha centrato Belardinelli, gli e’ passato sopra e non si e’ fermato. Un’immagine di Raffaele Cutolo, il capo della Nuova camorra organizzata, e alcune frasi da lui pronunciate come: “Mi sono pentito davanti a Dio, ma non davanti agli uomini”. E’ uno dei post su Facebook che aveva pubblicato sul suo profilo Fabio Manduca, l’ultra’ arrestato per l’omicidio di Daniele Belardinelli. Tra gli altri post, un’immagine del film ‘Il padrino’ con su scritto ‘chi ha tradito … tradisce e tradira’ … perche’ infami non si diventa … si nasce’ e alcuni post intitolati ‘O’ sistema’ con frasi del tipo: “anche l’uomo piu’ forte al mondo ha bisogno di avere una donna al suo fianco, perche’ quando la sua vita e’ un casino, proprio come in una partita a scacchi, la regina protegge sempre il suo re”. I legami con i clan della camorra da parte di Manduca, emergono dal coinvolgimento in passato dell’impresa di pompe funebri dell’ultra’ e di suo fratello in un’indagine degli investigatori napoletani. Quest’ultima ha portato al sequestro di alcune societa’ di servizi funebri legate alla famiglia dei Cesarano, a sua volta collegata ai clan della camorra dei Nuvoletta e dei Polverino di Marano (Napoli).
Cronache della Campania@2019

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