Permesso all’assassino del vigilante, l’avvocato: ‘Nessuno sapeva di quelle foto, ma il permesso per la festa era in regola’

“Quando ho visto le foto, ho subito controllato il permesso. Era tutto in regola. Lo aveva chiesto lui al giudice di corte d’Appello e gli è stato concesso il 29 luglio”. Parla Nicola Pomponio, avvocato difensore di Ciro U., il neo diciottenne condannato a 16 anni e sei mesi per l’omicidio di Franco Della Corte, il vigilante ucciso il 3 marzo del 2018. Il giovane è in carcere ad Airola  e si è trovato al centro di polemiche dopo la pubblicazione sui social delle foto del suo compleanno in una canonica di una chiesa a pochi metri dall’istituto penitenziario. “Nessuno sapeva di quelle foto che poi sono scomparse 24 ore dopo la pubblicazione. Adesso però siamo concentrati sul processo d’appello”, ha spiegato l’avvocato. Giovedì 19 saranno in aula per il processo di secondo grado sia lui, che ha compiuto 18, che i suoi complici di 16 e 17 anni. Hanno rimediato in primo grado 16 anni e sei mesi di reclusione a testa, con il rito abbreviato. Intanto il ministro Alfonso Bonafede ha inviato gli ispettori in Corte d’Appello per valutare se il provvedimento del giudice sia stato corretto o meno.  “Siamo rimasti sconvolti nel vedere le foto sorridenti di chi ti ha tolto il sorriso. È dura e fa anche male”. A parlare è Marta Della Corte, figlia di Francesco Della Corte, il vigilante ucciso a Napoli il 13 marzo 2018. Uno dei tre killer ha beneficiato di un permesso premio per festeggiare i 18 anni e alcuni scatti che lo ritraggono felice e sorridente hanno indignato la famiglia della vittima. “Sappiamo che esiste una legge che lo consente. Il punto sono le foto, la festa in sé. Non ci vedo un intento rieducativo nel festeggiare un compleanno”, aggiunge Marta. “Quella foto sui social è uno schiaffo alla memoria di nostro padre”, dichiara invece l’altro figlio, Giuseppe. “Il 29 agosto è stato il compleanno di mio padre e mio padre non l’ha potuto festeggiare. Siamo potuti andare solo a trovarlo al cimitero e lui, invece, ha avuto un permesso per festeggiare i suoi 18 anni. Vorrei anch’io chiedere un permesso per riabbracciare mio padre”, ha aggiunto Giuseppe.
Cronache della Campania@2019

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