Napoli, appalti Romeo: in 56 rischiano il processo

Napoli. Sono cinquantasei gli indagati che rischiano il processo nell’ambito di un’inchiesta che va dalla gestione all’appalto per la pulizia dell’ospedale Cardarelli di Napoli, vinto da una ditta del gruppo di Alfredo Romeo, ad altri episodi che potrebbero rientrare nel reato di corruzione. Sono 56 gli avvisi di conclusione indagini notificati agli indagati. Tra i vari nomi spicca quello di Ciro Verdoliva, manager della sanità campana e neo commissario per l’ASL Napoli 1. L’avviso di conclusione indagine è stato firmato dai pm Francesco Raffaele, John Woodcock e Celeste Carrano dopo una fase investigativa importante che ha anche coinvolto il sistema politico. L’appalto delle pulizie al Cardarelli, seguito da Woodcock tra il 2015 e 2016 alla ricerca di presunte infiltrazioni della criminalità organizzata nella sanità campana portò ad Alfredo Romeo per poi finire nel Caso Consip. Nelle intercettazioni telefoniche tra Romeo e Italo Bocchino si è arrivati poi all’inchiesta romana che ha coinvolto i genitori di Matteo Renzi e altri soggetti su presunti accordi sospetti all’ombra della Consip, centrale acquisti della pubblica amministrazione italiana. Dopo oltre quattro anni la Procura tira le somme e notifica la conclusione delle indagini a 56 persone. Oltre al superconsulente Italo Bocchio e Romeo rischiano il processo la sovrintendente romana Rossela Pesoli e Ciro Verdoliva. Anche l’ex governatore della Regione Campania, Stefano Caldoro in quota centrodestra, rischia il processo. Caldoro si è visto cadere l’accusa di corruzione mentre dovrà difendersi dall’ipotesi di traffico di influenze. Per gli inquirenti Caldoro avrebbe chiesto a Natale Lo Castro, direttore amministrativo dell’azienda ospedaliera Federico II, “un finanziamento di dieci borse di studio destinato a un centro studi che lo stesso Caldoro aveva intenzione di fondare” e “l’instaurazione di un rapporto di collaborazione tra la Romeo gestioni spa e la Lavin lavanderie industriali, amministrata dal cognato, altra società operante in ambito ospedaliero”. Rischia il processo per corruzione anche un ex dirigente del Ministero della Giustizia ed alcuni pubblici ufficiali.

Cronache della Campania@2018

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