Il bacio della morte del boss all’imprenditore che voleva acquistare un’azienda bufalina nel mirino di La Marca

Il bacio sulla guancia di Giovanni Maiale per elimi­nare “il vecchio”. Era il 6 gennaio del 2018 quando il titolare di un agenzia immobiliare si recò dai cara­binieri per raccontare quanto stava subendo. Ai mi­litari l’uomo raccontò che, all’inizio del dicembre 2017, mentre era con la moglie nell’agenzia immo­biliare dei figli giunse un suo conoscente, Gianluca La Marca. Quest’ultimo senza mezzi termini riferì di essere a conoscenza della volontà di acquistare al­l’asta, da parte del titolare dell’agenzia, dei restanti lotti di una azienda agricola bufalina. “Mi chiedeva di abbandonare quella idea perché era direttamente interessato ad acquistarli, specificando che il pro­prietario doveva continuare a produrgli il latte che lo stesso la Marca utilizzava. La Marca si presentò a me con atteggiamento spavaldo e spocchioso di­cendo che aveva i soldi per comprare l’azienda, mo­tivo per cui mi fece chiaramente capire che dovevo abbandonare ogni mio proposito commerciale sui lotti 1 e 5 dell’azienda bufalina”. A seguito di un pre­annunciato incontro, mai avvenuto, l’imprenditore immobiliare pensò che La Marca avesse abbando­nato l’intento dell’acquisto e così proseguì lui su quella strada.
“La cosa preoccupante che mi ha turbato profonda­mente, è accaduta la mattina del 3 gennaio qualche ora prima dell’accesso all’azienda bufalina, allor­quando sono riaffiorati i ricordi che negli anni ’90 mi hanno distrutto una vita e la famiglia a causa delle angherie, violenze e vessazioni che ho dovuto subire dal capo e dagli affiliati del clan Maiale di Eboli, fino al punto di essere stato sequestrato per una notte intera per convincermi a pagare loro le estorsioni”
L’imprenditore ai carabinieri ha raccontato che quella mattina aveva da poco aperto l’agenzia dei figli e si stava incamminando verso piazza Madon­nina per prendere un caffè. Ad un tratto l’impren­ditore ha notato una Fiat Panda nuovo modello parcheggiata a poca distanza da lui. Dall’auto è sceso un uomo che l’imprenditore, in un primo momento non ha riconosciuto.
“Poiché costui aveva degli occhiali da sole del tipo a specchio, non l’ho subito riconosciuto, ma appena si è parato davanti a me, togliendo gli occhiali, l’ho su­bito riconosciuto per il noto boss camorristico Gio­vanni Maiale di Eboli, quello stesso soggetto che mi ha costretto alle vessazioni di cui ho detto e che, a dire dei collaboratori di giustizia nell’ambito del noto processo California, voleva finanche ucci­dermi”. Dopo essersi scambiati alcune battute sul come mai l’imprenditore non lo avesse riconosciuto “Giovanni Maiale mi abbracciò e mi baciò sulle guance, comportamento che mi fece rimanere al­quanto sbigottito visto il male che costui mi aveva procurato anni addietro”. Maiale disse all’imprenditore che dovevano eliminare ogni riferimento al pas­sato e “che lui non serbava rancore sulle denunce che avevo fatto in passato in merito alle estorsioni subite”
“Giovanni Maiale mi disse che avrei dovuto fargli un favore”. Maiale spiegò dell’interesse di un suo amico verso una precisa azienda bufalina e per questo disse “vedi di non partecipare all’asta né per te né per altri , perché quei lotti se li deve aggiudicare Gianluca”.

Cronache della Campania@2018

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