Napoli, il ‘boss’ delle discoteche: ‘Tengo le pubbliche relazioni più forti di tutti quanti…’

E’ la storia di un impero economico composto da negozi, bar, da un agenzia di scommesse e una discoteca frequentata da vip (”tengo le pubbliche relazioni piu’ forti di tutti quanti..” si vantava al telefono il titolare). Un impero costruito grazie a stretti rapporti con clan della camorra, attraverso l’intestazione dei beni a prestanome per eludere le norme antimafia, e con il riciclaggio – e’ l’ipotesi degli investigatori – di capitali di provenienza illecita. E sullo sfondo relazioni pericolose con il mondo del pallone, all’origine della decisione degli inquirenti di trasmettere lo scorso anno gli atti alla procura Figc. E’ lo scenario dell’ inchiesta della Dda che ha portato oggi alla emissione di sei ordinanze di custodia, eseguite dagli agenti della Dia, con l’accusa di intestazione fittizia di beni aggravata dalla finalita’ mafiosa (agevolare i clan Contini e Sarno-Palazzo). Una indagine che ha messo nel mirino le attivita’ dei fratelli Esposito, titolari di negozi per la vendita di giocattoli (New Toys) e di una serie di attivita’ imprenditoriali. L’inchiesta rappresenta lo sviluppo dell’operazione che porto’ nel giugno dello scorso anno a una serie di arresti, poi annullati del Riesame (provvedimento a suo volta annullato dalla Cassazione con un nuovo rinvio al Riesame). Le misure cautelari sono state firmate dal gip Linda D’Ancona che ha accolto le richieste dei pm della Dda Francesco De Falco, Enrica Parascandolo e Ida Teresi, a conclusione delle indagini coordinate dal procuratore Giovanni Melillo e dall’aggiunto Filippo Beatrice. Quattro le ordinanze in carcere: Gabriele Esposito, 32 anni, Giuseppe Esposito, 37, Francesco Esposito, 40, e Diego La Monica, 31. (quest’ultimo indicato come prestanome). Arresti domiciliari sono stati disposti nei confronti di Teresa Esposito (moglie di Gabriele Esposito), 31, e Carmela Russo, 36 (moglie di Giuseppe Esposito). Il giudice ha anche ordinato il sequestro preventivo della Explorabetting e di beni riferibili a tale societa’, tra cui una agenzia di scommesse a piazza Mercato, la societa’ Grandi Eventi con la palestra, poi trasformata in discoteca (Club Partenopeo – Discoteca Voga) a Coroglio, un bar-ristorante in piazza San Pasquale, nel quartiere Chiaia, e i negozi di giocattoli a Napoli in via Diocleziano, via Arenaccia, via Taranto a Casavatore, a Marcianise e a Carinaro ad Aversa. Gabriele Esposito e’ anche destinatario di un Daspo, il divieto di frequentare luoghi dove si svolgono manifestazioni sportive. Un provvedimento motivato con la gestione da parte di Esposito del centro per le scommesse sportive e per i rapporti con il mondo del calcio. Dalla precedente inchiesta vennero infatti alla luce rapporti degli Esposito con alcuni calciatori del Napoli (estranei all’indagine). Gonzalo Higuain, all’epoca centravanti del Napoli, era con Paolo Cannavaro sulla barca dei fratelli Esposito quando si infortuno’ tuffandosi nelle acque di Capri. E nella discoteca finita oggi sotto sequestro si e’ svolta appena qualche giorno fa la festa d’addio del portiere del Napoli Pepe Reina, che dalla prossima stagione indossera’ la maglia del Milan.

 Secondo quanto emerge dall’ordinanza di custodia cautelare sulla sua pagina Facebook, nel 2016, Gabriele Esposito aveva postato una foto di alcuni calciatori del Napoli all’interno di una paninoteca di piazza San Pasquale, nel quartiere bene di Chiaia, la Sand – Sandwich Bar & More. Il 32enne, nel corso di alcune telefonate, incassa il complimento di essere “il discotecaro piu’ importante di Napoli” e poi chiama il calciatore del Lugano Fabio Borriello, fratello del piu’ noto Marco Borriello, attaccante napoletano della Spal.  In una conversazione con Fabio Borriello, Esposito sostiene di “spremersi” per far “girare bene” il locale, e di avere le pubbliche relazioni piu’ forti di tutti: “gli scambi di informazioni fra Esposito Gabriele e Fabio Borriello – sostengono gli investigatori – sono sintomatici di un intenso intreccio di relazioni sociali e della volonta’ di presenzialismo di Esposito a livello sociale”. I due parlano, poi, di barche da noleggiare mostrando invidia per quella di “Gianluca Vacchi” che indicano come “mostruosa”.  I fratelli Esposito, nonostante dichiarassero redditi bassi, manifestavano, secondo gli investigatori, un alto tenore di vita “che non e’ giustificabile se non alla luce di innesti finanziari illeciti”. Era grazie ai rapporti personali non certo con gli sportivi (nessun calciatore e’ indagato) ma con esponenti della criminalita’ organizzata che gli Esposito erano riusciti a costruirsi un piccolo impero economico.

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