Dalle fogne alle banche, ‘su di noi faranno un film’, presa la banda del Giuglianese. TUTTE LE FOTO, IL VIDEO

Rapine da cinema, dalle fogne alle banche, scavando cunicoli per svaligiare i caveau. “Quando saremo vecchi faranno un film su di noi”, dicevano senza sapere di essere intercettati in uno dei loro covi, mentre in tv scorrevano le immagini di Gomorra. ‘La banda del buco’ composta da pregiudicati campani e’ stata sgominata dai carabinieri di Parma, che hanno eseguito dieci fermi. Gomorra era uno dei loro ‘cult’, tanto che un componente del gruppo era stato ribattezzato ‘l’immortale’, come nella serie tv, dopo un ferimento in un conflitto a fuoco. L’altro era ‘Gli Angeli del Male’, serie su Renato Vallanzasca. La tecnica era affinata, quanto cinematografica: scivolare silenziosi nelle fogne, anche utilizzando come carrelli degli skateboard, aprirsi dei varchi a colpi di piccone in corrispondenza dei caveau e qui svuotare di denaro, oggetti preziosi e documenti segreti le cassette di sicurezza. ‘Colpi anche da diversi milioni di euro che la banda avrebbe messo a segno negli anni a Milano e Bologna passando per Parma. Sugli episodi in altre citta’ le indagini son in corso per ricostruire le esatte responsabilita’, ma i dieci, nove uomini e una donna, tutti di origini campane erano al lavoro per mettere a segno una nuova, grande, ‘impresa’ a Parma. I militari, dopo settimane di intercettazioni e appostamenti, li hanno bloccati mentre avevano iniziato a scavare nelle fogne di via Cavour, cuore pedonale del centro storico della citta’ emiliana. Obiettivo, svuotare il caveau di una filiale della Bper. Da un appartamento al piano terra non troppo distante avevano iniziato a creare un tunnel che, grazie all’impianto fognario cittadino, sarebbe arrivato dritto alle cassette di sicurezza dell’istituto di credito. Ma i carabinieri a quel punto sono intervenuti facendo irruzione nei due covi che la banda aveva approntato in citta’. Qui sono state trovate pistole a salve senza tappo rosso, maschere per coprirsi il volto, tute da lavoro, percussori, piedi di porco, mazzette e scalpelli da muratori, mascherine protettive, apparati ricetrasmittenti e cellulari, con utenze intestate a prestanome per garantire un efficace e sicuro sistema di telecomunicazione. Il tunnel profondo circa 4 metri prevedeva un percorso di 30 minuti con un’apertura finale lunga 11 metri e larga uno che li avrebbe portati direttamente all’interno della banca. Ma a causa dello scavo, il 17 maggio, era stato registrato un cedimento strutturale lungo la strada. Bloccati i lavori per qualche giorno, la banda pensava di aver superato il pericolo e il 21 maggio e’ tornata in azione, ma ormai carabinieri avevano scoperto tutto. Nel fermo, firmato dal procuratore Lucia Russo e dal pm Fabrizio Pensa sono indicati diversi reati: associazione per delinquere finalizzata alle rapine, rapina aggravata, crollo di costruzioni. Evidenti le analogie con la rapina del 31 ottobre sempre a Parma, in una filiale di Banca Intesa. Il commando fece irruzione nell’istituto attraverso un tunnel dalla condotta, svuotando la cassaforte e 84 cassette di sicurezza: oltre 3 milioni di euro la stima del bottino.

L’ultimo colpo lo stavano preparando da tempo. Avevano studiato la mappa fognaria della città, avevano individuato un appartamento ubicato al pian terreno, non troppo vicino all’obiettivo selezionato; vi avevano praticato un foro nella pavimentazione per potersi calare nel sistema di condotte sotterranee cittadine e da lì raggiungere il caveau della banca: “Presto saremo a casa pieni di soldi” avevano previsto in maniera frettolosa i 10 uomini d’oro (tra essi anche una donna).Tra gli arrestati ci sono Antonio Santonicola, Luigi Speranza, Carmine De Cicco, Francesco Truso, Salvatore Diana, Antonio Tesone.Il 22 maggio scorso però i loro propositi sono stati infranti dai carabinieri del comando provinciale di Parma che hanno eseguito il decreto di fermo emesso dalla Procura della Repubblica parmigiana.

 

 

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