Camorra, il pentito: ‘Lo zio Peppe riciclava i soldi e portava le imbasciate di Rosaria Pagano’

“Lo conosco, nel clan lo chiamavamo ‘Lo Zio’. L’ho visto spesso con la Zia Rosaria, anche a ca­sa, altre volte per strada, in auto, una Mercedes classe B. Invero, l’ho visto una sola volta a casa di Zia Rosaria rimase con me in cucina, mentre la Zia Rosaria, andò in un ‘altra stanza a parlare, non ricordo se con Baiano o Teatro. Questa persona è anche venuta alla 219 di Via Lussemburgo. e si chiamava in disparte Turam o Gennaro Liguori, i quali appena lo vedevano. dicevano “tieni un’imbasciata della Zia Rosaria?”: lui rispondeva di si e si allontanavano. L’uomo della foto veniva alla 219 con l’auto della Zia Rosaria, cioè la Mercedes classe B”. L’uomo della foto è l’imprenditore di Arzano, Giuseppe Belardo indagato insieme con i suoi familiari lo scorso anno nel maxi blitz contro il gruppo di trafficanti di droga legati alla donna boss Rosaria Pagano. Il racconto sul ruolo di Peppe lo zio è del pentito Fabio Vitagliano, ex uomo di fiducia del figlio di zia Rosaria Pagano. A proposito di Belardo e della Pagano scrive il gip Ludovica Mancini nelle 382 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare:

“E’ stato grazie al rapporto che ha stretto con l’imprenditoreI rapporti del Giuseppe Belardo con il clan, ed, in epoca più recente, con la PAGANO Rosaria avrebbero permesso all’indagato di ‘fare ulteriori investimenti che, come emerge dalle attività tecniche, da un verso lo hanno arricchito, dall’altro hanno ulteriormente ampliato il patrimonio della Pagano e dei suoi figli, mettendo a frutto il denaro provento di droga ed estorsioni . In particolare, dall’indagine nel suo complesso sarebbe emerso che il rapporto tra i due oltre che di carattere economico, con una chiara ed evidente “subordinazione del BELARDO alla PAGANO”, dovendo il primo render conto del proprio operato alla seconda, sarebbe ‘anche di personale fiducia e amicizia che coinvolgeva i rispettivi nuclei familiari”.
A riprova del rapporto tra  Giuseppe Belardo e Rosaria Pagano ci sono in primo luogo le intercettazioni dell’ottobre 2013, quando diventava definitiva la condanna della “Zia” alla pena di 4 anni di reclusione. E la Pagano temendo  l’emissione di un ordine di esecuzione nei suoi confronti, si rendeva di fatto irreperibile presso la propria residenza, trovando ospitalità, per diversi mesi, presso l’abitazione di Arzano dei coniugi Belardo-Formisano.
In particolare, in tal senso la conversazione registrata in data 4 ottobre 2013  in maniera “involontaria”, perché mentre Giuseppe Belardo telefona si sente in sottofondo la voce della donna la quale “spera” di ottenere un “affidamento in prova o mi fanno una cattiveria”.
Circa la presenza di Rosaria Pagano, per diverso tempo presso l’abitazione dei coniugi Belardo vi è anche l’intercettazione registrata il  25 ottobre 2013 in ambientale nell’autovettura. Nell’occasione a bordo dell’autovettura vi sono, inizialmente, la zia Rosaria, la figlia  Debora Amato e le due nuore ovvero la moglie di Raffaele  e di Carmine. Dopo aver accompagnato una delle due a Mugnano, l’autovettura procede verso Arzano dove la zia Rosaria viene accompagnata a casa di Peppe Belardo. Dopo di che nel veicolo rimangono solo Debora Amato, la cognata ed un bambino, il quale chiede alla seconda perchè Rosaria ha cambiato casa.Alla domanda la donna risponde: “perchè se no se la prendono le guardie”.

 Antonio Esposito

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 (nella foto Rosaria Pagano e il pentito Fabio Vitagliano)

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