La droga era di tutto e di nessuno e quindi tutti assolti. E’ il paradosso della giustizia italiana. Un caso di “connivenza non punibile” evidenziato dalla difesa che ha ottenuto l’assoluzione di cinque componenti della stessa famiglia di noti pusher di Ponticelli. E pensare che la pubblica accusa aveva chiesto sei anni di carcere ciascuno e invece sono stati tutti assolti. Si tratta di Francesco Pace, 23enne, Ciro Pace, 21 enne, Anna Cancello, 21enne, Giuseppina Simiuolo, 44enne e Federica Borrelli, 18enne, tutti domiciliati in via Patacca a Ercolano ma tutti originari di Ponticelli. Furono arrestati dai carabinieri nell’ottobre del 2016 ma scarcerato dopo venti giorni dal Riesame. E facendo forza sul provvedimento ottenuto dal Riesame che l’avvocato Leopoldo Perone ha convinto pure i giudici che quei 72 grammi di cocaina, in parte già divisa in dosi, più di 4mila euro in contante, due proiettili per arma semiautomatica e materiale per il confezionamento delle dosi di stupefacente non può avere un riconosciuto padrone. I carabinieri avevano recuperato tutto nascosto in un ‘cassetto a scomparsa’ ricavato nel muro della cucina: dal muro piastrellato, pigiando un bottone, si apriva un vano occultato da una mattonella. Ma quella droga appunto era li dentro quindi di tutti e di nessuno. E allora tutti assolti con buona pace del blitz dei carabinieri.