‘Lui non voleva che io lo uccidessi ma io poi l’ho informato che ero stato io…’, la confessione choc di Carlo Lo Russo

Il boss pentito Carlo Lo Russo ha confessato di essere il mandante dell’omicidio di Raffaele Stravato, ucciso a Marianella il 24 ottobre del 2015 e anche se non ci sono ancora provvedimenti a suo carico in merito la Dda sta lavorando sulla sua confessione per trovare i riscontri e soprattutto per trovare gli esecutori materiali e chi li ha aiutati. Una traccia ben precisa su cui lavorare gli uomini della Dda l’hanno da tempo visto che prima del boss pentito alcune indicazioni le aveva fornite la convivente della vittima sentita a sommarie informazioni poco dopo l’omicidio. Ma la confessione di Carlo Lo Russo, contenuta nell’ordinanza di custodia cautelare emessa due mesi fa a carico di 46 esponenti reduci dei “Capitoni” di Miano e firmata dal gip Francesca Ferri, ha dei risvolti clamorosi. In due verbali consecutivi datati 12 luglio e  8 agosto 2016 racconta Carlo Russo parlando di uno dei suoi capi piazza (che figura tra i 46 arrestati di quel blitz) racconta: “…Le piazze di Marianella se ne occupava Marco Corona nel senso che era lui a rifornirle sia di cocaina sia di erba. Noi rifornivamo Marco Corona al prezzo di 44-45 mila euro al chilo ed inoltre lui mi dava per ogni chilo venduto 2 o 3 mila euro al mese. Lui poi aveva il suo guadagno dalle singole piazze di Marianella… . Ma è nel verbale del 2 agosto 2016 che c’è la confessione chco: “…Foto n. 10: e’ Marco Corona , detto anche come lei mi chiede o’Cinese. Prendeva la droga da noi e la passava a Marianella, inoltre nell’ultimo periodo mi dava una quota di 2 o 3000 euro al mese proprio per i guadagni che faceva da queste piazze . Fa anche le puntate di erba con mio figlio Enzo ed anche con me tramite Ettore Bosti di Nunzio. Io me lo sono cresciuto, era amico di mio figlio Enzo, non l’ho mai utilizzato per commettere omicidi però mi ha dato notizie sul fratellastro Stravato Raffaele che mi sono servite per ucciderlo. Lui non voleva che io lo uccidessi ma io poi l’ho informato che ero stato io…”. Quindi secondo il boss pentito Marco Corona, in un primo momento probabilmente senza sapere a cosa servivano le sue indicazioni, avrebbe aiutato il boss ad uccidere il fratellastro.

Significativo è il racconto fatto nel 2015 a due settimane dall’omicidio dalla convivente di Raffaele Stravato. Anche queste dichiarazioni sono contenute nell’ordinanza del gip Ferri e sono legate alla figura di Marco Corona: ” Sono la convivente di Stravato Raffaele, ucciso il 23 ottobre scorso- esordisce la donna davanti alla pg il giorno 12 novembre 2015. E mi viene chiesto di fornire notizie in ordine alle frequentazioni di Raffaele, le sue abitudini di vita, ed ogni altro elemento utile per comprendere i motivi per cui è stato ucciso e dico quanto segue: Ho iniziato la relazione con Raffaele nel 2009 quando lui abitava in una casa nel San Gaetano a Via Teano, una casa che Lello diceva di avere ereditato dalla nonna. A me non piaceva quella casa e quella zona e quando abbiamo iniziato la convivenza siamo andati in affitto in una casa a Via Janfolla dove pagavamo 500 euro al mese. In quel periodo Lello faceva piccoli reati tipo furti e cose del genere e poi si arrangiava così come mi arrangiavo io lavorando con i vestiti e andando a fare servizi domestici… Non abbiamo avuto figli insieme ma io ho adottato un bambino che già viveva con me e tuttora vive con me. Raffaele ha molti fratelli o meglio fratellastri tra cui Salvatore e Marco. Marco si chiama Corona di cognome così come anche altri fratelli mentre non ricordo il cognome di Salvatore . Lello quando l’ho conosciuto faceva anche droga con Marco Corona. Lello nell’agosto del 2011 ha assistito all’omicidio di Salvatore Scognamiglio e Salvatore Paolillo nella sala giochi a Miano, è andato anche dalla polizia a testimoniare. Dopo questo omicidio Lello mi disse che voleva troncare ogni rapporto con Miano e con quella gente. Era preoccupato, sapeva che questo omicidio era colpa del clan Lo Russo ed aveva paura, non so dire di chi in particolare ma aveva deciso di rompere ogni tipo di rapporto. Dopo questo omicidio ha rotto i rapporti anche con il fratellastro Marco Corona con cui aveva invece lavorato con la droga …dei fratelli di Lello solo Valeria Corona e Salvatore di cui non ricordo il cognome sono venuti a farmi le condoglianze, Marco non è venuto e nemmeno gli altri fratelli e sorelle che portano il cognome Corona. Valeria nell’occasione mi ha detto che lei era tempo che non lo vedeva e sentiva e che temeva che potessero fargli del male per via di quello che aveva fatto il suo convivente Fabio Cardillo. Valeria mi ha cioè raccontato la vicenda dell’omicidio di Mimmo Raffone ed il fatto che Fabio Cardillo aveva sparato per i problemi legati alla relazione sentimentale che una donna aveva con Mario Lo Russo e quindi temeva che i Lo Russo potessero come ritorsione prendersela con suo fratello… Non conosco le persone di Miano che Lello frequentava posso solo dire che conoscevo Paolillo e che so che Lello in passato aveva “fatto la droga” con Marco Corona …omissis…”.

Raffaele Stravato fu ucciso il 23 ottobre del 2015 in via Battaglia, una strada di periferia tra Piscinola e Marianella. Aveva appena parcheggiato: era sceso dall’auto e si era accorto dell’arrivo dei killer in moto. Cominciò a correre, attraversò la strada: di fronte  c’erano le scale. le salì tutte d’un fiato con il killer alle calcagna arrivato nelle palazzine fu raggiunto dal killer che gli esplose i primi colpi che lo centrarono alle spalle. Raffaele cadde a terra esanime e il sicario senza pietà gli esplose il colpo di grazia alla testa dileguandosi nel silenzio in cui erano piombate le palazzine popolari di Marianella.

 Antonio Esposito

@riproduzione riservata

(nella foto da sinistra il boss pentito Carlo Lo Russo, la vittima Raffaele Stravato e il fratellastro Marco Corona)

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