Il pentito: ‘Un incontro alla Masseria Cardone con gli Abete e la Vinella salvò la vita a tre ragazzi dei Girati’

La terza faida di Scampia, quella tra la Vinella Grassi e gli Amato Pagano da una parte e gli Abete-Abbinante-Notturno dall’altra è iniziata come hanno raccontato tanti pentiti con il duplice omicidio di Raffaele Stanchi, detto Lello bastone e Luigi Mondò,  poi i Melitesi si erano “venduti” il loro uomo al Lotto G ovvero Rosario Tripicchio. Lo scontro era poi continuato prima con l’omicidio di Patrizio Serrano e poi con quello di Fortunato Scognamiglio. Alcuni particolari inediti di quel periodo di cruenta faida sono raccontati dall’ex killer collaboratore di giustizia Giovanni Illiano, uno dei protagonisti di quella stagione di sangue. I suoi verbali inediti sono contenuti nell’ordinanza di custodia cautelare firmata il mese scorso dal gip Francesco de Falco Giannone a carico di esponenti della Vinella Grassi e degli Abete-Abbinante per gli omicidi Tripicchio e Ursillo, per le bombe al lotto G per due tentati omicidi. Ecco la continuazione del racconto di Illiano:

“…Con l’omicidio SCOGNAMIGLIO noi Amato Pagano ci dichiarammo ufficialmente in guerra con gli Abete Abbinante, dei quali lo Scognamiglio era il referente per Melito. La Vinella  per molto tempo fece invece la guerra agli Abete Abbinante sotto banco, senza mai dichiararsi; lo dovettero capire, gli Abete abbinante, prima quando fu tentato l’omicidio di RICCIO Diego e poi perché vi fu un incontro tra la Vinella Grassi e gli Abete Abbinante nella Masseria Cardone, quando sequestrarono POCCI Carmine e GIANNINO Virgilio.Giù ai Puffi vi fu una sparatoria, ragazzi della VINELLA spararono senza un obiettivo preciso; furono così fermati e sequestrati da ragazzi degli Abbinante, PIANESE Saverio, RAIA Umberto e SACCHETTINO Simone, sono affiliati degli Abete Abbinante. Credo che li volessero uccidere, comprendendo che con la Vinella vi era stata una rottura, cagionata dal fatto che lo stesso giorno era stato ferito Riccio Diego. Pocci e Giannino erano legati in una macchina, mentre si decideva il loro destino. La Vinella, in persona di MENNETTA Antonio, si reca alla Masseria Cardane, da Maria LICCIARDL per ottenere la liberazione di questi due ragazzi. Queste circostanze mi sono state raccontate da MAGNETTl Fabio in carcere a Secondigliano. Maria Licciardi alla MASSERIA CARDONE organizzò un incontro tra esponenti degli Abbinante, tra cui ESPOSITO Giovanni o’ muort, PASQUALE o’ palloso mentre per la Vinella ci andarono Mennetta Antonio e ARUTA Luigi, per come mi è stato riferito in carcere da Daniele D’AGNESE, che aveva saputo dell’incontro da APREA Raffaele. Costui riferì a D’Agnese che stava anche lui all’incontro o aveva avuto notizie dirette da chi vi aveva partecipato, Aprea Raffaele è un esponente degli Abete Abbinante. In questo incontro ENNINO, per come mi è stato riferito da Magnetti Fabio, disse a Giovanni o’ muort che STANCHI lo aveva ucciso lui. In questo incontro si stavano alzando i toni, ma poi la Polizia li liberò salvandoli da morte. Infatti gli Abbinante volevano vendicare il ferimento di Riccio Diego, fratello dello stesso Pasqiale o’ Palloso, ossia RICCIO Pasquale, che peraltro non finì con la morte di Riccio Dieco perché due pistole dei killer si incepparono, quella sera… Voglio aggiungere un ulteriore motivo della spaccatura intervenuta tra gli Amato Pagano e le famiglie di Secondigliano. Si tratta dell’omicidio di ATTRICE Francesco detto o’ nano. Si è verificato a via Ghisleri, fuori all’Oasi del Buon Pastore, nel 2010. Attrice era un affiliato agli Amato Pagano. All’interno del clan, si diceva che l’omicidio di Attrice era stato ordinato da Mariano RICCIO, forse per paura che si pentisse. La ragione di questo timore stava nel fatto che questo Attrice, che era un killer del clan, era anche un buon amico di MENNA Luca, e l’omicidio è successivo alla collaborazione con la giustizia di Menna Luca. Non so chi siano gli esecutori. Attrice si era spostato da Melito ed era andato sulle Case Celesti era andato a lavorare con Gaetano MARINO. I Marino ma anche gli altri affiliati si risentirono di questo omicidio che era stato commesso senza alcun motivo valido…I motivi validi per uccidere un affiliato: se ti droghi, se ti prendi confidenza con la moglie di un altro affiliato, se fai confidenze alla Polizia; se rubi dalla cassa del clan. Inoltre, se uno si monta troppo dopo avere commesso qualche delitto, come un omicidio…”.

Renato Pagano

13.continua

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(nella foto Giovanni Illiano, Maria Licciardi, Giovanni Esposito e Antonio Mennetta)

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