Il pentito: ‘Il boss Marino fu picchiato dai suoi perchè aveva messo in giro la voce che la moglie di Abete lo tradisse’

La Terza faida di Scampia è nata grazie a una serie di voci messe in giro ad arte tra le cinque famiglie che avevano cacciato gli Amato Pagano da Secondigliano. Una sorta di “frutto avvelenato” passato l’un con l’altro e che determinò il violento scontro. Tra queste voci c’ anche quella messa in giro ad arte dalla famiglia Abete secondo la quale il boss Gaetano Marino, ucciso nell’estate del 2012 mentre era in vacanza a Terracina, aveva detto chela moglie del boss Arcangelo Abete lo tradiva. Questo episodio inedito è raccontato dal pentito Gianluca Giugliano, uno dei più fidati dei fratelli Gennaro o’ mekkey e Gaetano o’ monkerino Marino ed è contenuto nelle 147 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare firmata il mese scorso dal gip Francesco de Falco Giannone e che ha portato in carcere i boss della Vinella Grassi e delle famiglie Abete Abbinante protagonisti di quella faida. Ha raccontato Giugliano: “… La contrapposizione con gli Amato-Pagano finì subito e gli Amato-Pagano abbandonarono Secondigliano recandosi nella zona di Melito e Mugnano. Subito dopo, iniziò una contrapposizione al nostro interno. Preciso che la contrapposizione con gli Amato­ Pagano finì subito e dopo cinque-sei mesi iniziarono le contrapposizioni all’interno delle famiglie che si erano contrapposte agli Amato-Pagano e che indico come famiglia Abete, Abbinante, Marino, Leonardi e le famiglie della zona Vinella Grassi. (omissis)
Dopo qualche tempo da questa riunione fu messa in giro la voce che Marino Gaetano aveva diffuso in giro la notizia che Abete Arcangelo era tradito dalla moglie, notizia non vera e che rientrava nel disegno di screditare la famiglia Marino. Tale voce determinò che due affiliati al gruppo Marino, Manganiello Roberto e Nocerino Ciro, picchiarono Marino Gaetano determinando la mia reazione in quanto ritenevo grave che esponenti della mia famiglia avessero picchiato il capo ed anche perché sapevo che il tutto era frutto delle bugie messe in circolazione dalla famiglia Abete. Vi era in atto quindi una contrapposizione sempre più forte tra la famiglia Marino e le altre famiglie di Secondigliano. Proprio in conseguenza di questo episodio io mi recai presso un ‘abitazione dove sapevo che si trovavano il Manganiello ed il Nocerino e tentai di ucciderli non riuscendovi solo perché la pistola si inceppò. Tale episodio avvenne il 24 settembre del 2011. Mi allontanai per questo da Secondigliano e mi recai a Firenze. Ho fatto ritorno a Secondigliano solo il giorno dopo l’episodio del tentato omicidio ai danni di Manganiello e Nocerino quest’ultimo è stato ucciso dalla famiglia Abbinante-Abete come racconterò in seguito”. Gianluca Giugliano che ha deciso di pentirsi subito dopo l’omicidio di Gaetano Marino a Terracina perché aveva capito che poi sarebbe toccato a lui. E iniziò la collaborazione raccontando la sua storia da camorrista: “…La mia attività criminale è iniziata circa quindici anni fa allorquando avevo meno di quindici anni. Ho lavorato per conto della famiglia Marino intendendo con tale espressione un gruppo camorristico facente capo ai fratelli Gennaro e Gaetano Marino. Su incarico di queste persone, incarico che mi fu dato da un cugino dei fratelli Marino a nome di Marino Angelo, iniziai a vendere Hashish nella zona da loro indicatami e nota come “Palazzine Celesti ” di Secondigliano. Io consegnavo a Marino Angelo il ricavato della vendita dell’hashish che lui mi aveva dato e trattenevo una parte per me che lui mi aveva dato come lo stesso Marino Angelo mi prometteva. Svolgendo tale attività, ricordo di aver subito il primo arresto, mi pare nel 1996, allorquando fui sorpreso dalle forze di Polizia con dell’hashish in possesso.
Dopo qualche tempo, non riesco adesso a precisare quanto, sono passato a vendere la cocaina sempre per la famiglia Marino e sempre nella stessa zona che ho prima indicato. Tale attività veniva da me sempre svolta per conto di tale famiglia intendendo per la famiglia le persone che ho prima indicato. Voglio precisare che i capi della famiglia Marino erano i fratelli Gennaro e Gaetano mentre il cugino Angelo era al di sotto di loro…Voglio anche precisare che la famiglia Marino era ovviamente legata alla famiglia egemone a Secondigliano costituita dalla famiglia Di Lauro. I Marino acquistavano la droga dai Di Lauro e poi la vendevano tramite me ed altre persone anche se trattandosi di persone estremamente variabili posso indicarne qualcuno cosa che mi riservo di indicare in successivi interrogatori. I venditori al dettaglio della droga, quelli che operavano come me all’epoca, erano infatti persone estremamente variabili che a volte si proponevano loro stessi per vendere la droga venendo ricompensati con lo stesso meccanismo con il quale venivo ricompensato io cioè trattenendo una parte del ricavato della vendita. Nel 2004, durante la scissione di Secondigliano, io rimasi fedele alla famiglia Marino che si staccò dalla famiglia Di Lauro.
… Durante la faida del 2004 l’attività di spaccio di droga a Secondigliano si bloccò ed io non mi ci potetti più dedicare. Fui raggiunto da un ‘ordinanza di custodia cautelare del 2004 per il delitto di associazione camorristica cd Gruppo Scissionisti. Io infatti avevo provato a spostare, su incarico di Nocerino Ciro, anch’egli scissionista, un ‘auto con delle armi. Tale episodio fu conosciuto dagli investigatori e fui per questo raggiunto dall’ordinanza. Mi resi latitante fino al 2005. Sono stato poi condannato con sentenza definitiva per il 416 bis. Dopo essermi reso latitante (dal 2004 sino a febbraio del 2005), periodo nel quale non ho avuti contatti né aiuti dalla famiglia Marino, sono stato detenuto dal febbraio 2005 fino a giugno 2008. Sono stato poi sottoposto alla misura di sicurezza dalla Casa Lavoro di Modena sino al giugno-luglio 2008, periodo nel quale sono tornato poi completamente libero. Tornato a Secondigliano, mi accorsi che tutto era cambiato nel senso che i Di Lauro erano quasi scomparsi ed i Pagano-Amato erano ormai dominanti su tutto il territorio. In quel periodo era stato scarcerato anche Marino Gaetano e libero era anche Marino Angelo e Manganiello Roberto. Quest’ultimo è il nipote di Marino Angelo in quanto è di figlio della sorella di questi. Rifiutai la proposta di Marino Gaetano di riprendere a vendere la droga a dettaglio nelle “piazze “ed accettai di vendere i pacchi di droga insieme a Marino Angelo e Manganiello Roberto. Ho svolto tale attività sino al 2010. I pacchi erano a noi forniti dagli Amato-Pagano.
…Nel 2008, almeno così credo circa l’anno, inizia un sotterraneo conflitto, fatto prevalentemente di ostilità anche se non manifeste, tra i Pagano-Amato e la famiglia Marino. Gli Amato-Pagano non gradivano che i Marino gestissero quella lucrosa zona di Secondigliano a nome “Case Celesti”. Nel 20ll o alla fine del 2010, ricordo che il tutto avvenne e si manifestò con un duplice omicidio presso un barbiere, si determinò una vera e propria contrapposizione tra gli Amato-Pagano e le altre famiglie di Secondigliano intendendo per esse le famiglie: Marino, Abbinante e le famiglie della zona “Vinella grassi”. Tale contrapposizione iniziò in realtà in occasione dell’omicidio di Antonello Faiello avvenuto nella zona cd della Vene/la ad opera della famiglia cd della Vinella che aveva reagito agli insulti che esponenti dei Di Lauro, tra cui ricordo uno dei figli di Paolo Di Lauro, forse Lello, che si erano spinti fino in quella zona benché fosse stato ingiunto ai Di Lauro di non uscire dal loro rione ” Terzo Mondo” . La contrapposizione si ebbe dunque tra gli Amato-Pagano e le famiglie che ho sopra indicato. In un secondo momento intervenne contro gli Amato-Pagano la famiglia Leonardi il tutto grazie all’opera di Abete Arcangelo. Anche a Casavatore vi fu una scissione contro gli Amato-Pagano… Durante tale scissione vi sono stati una serie di omicidi tra cui il duplice omicidio presso il barbiere di cui ho parlato…”.

Renato Pagano

14.continua

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