Il pentito: ‘I Gionta e Scarpa importano eroina dalla Tunisia e i soldi li investono in Nord Africa’

Era il trasportatore “preferito” della droga per i clan di Torre Annunziata e di Secondigliano e da quando è diventato collaboratore di giustizia  sta vuotando il sacco su come funzionava il “sistema dei trasporti” della droga dall’estero all’Italia. Alessandro Montella, 48 anni, ex titolare di una ditta di trasporti  condannato a 12 anni di reclusione per traffico internazionale di stupefacenti e detenzione di armi, è considerato uno dei pentiti più attendibili legati ai due clan. Grazie a lui ci sono stati una serie di arresti importanti e si sono scoperte le “rotte della draoga” tra Nord Africa-Spagna e Italia. Montella che come dichiarato dallo stesso in un processo si è pentito “dopo una grazia ricevuta da Padre Pio, maturai la decisione di collaborare con la giustizia”. In realtà era stata la “miracolosa” guarigione della figlia a far maturare la sua decisione, ha svelato anche i nomi degli insopettabili della famiglia Gionta che trafficano la droga per conto del clan di Torre Annunziata. Ecco il suo racconto sui traffici dei Gionta e della famiglia Scarpa:

“… ho avuto rapporti finalizzati al traffico di droga con Finazzo Franca, figlia di una cugina carnale del boss Valentino Gionta…..omissis… La Finazzo trafficava droga con Scarpa “Enzino” detto “o dottore”, il quale ultimamente era il “braccio destro” di “Lello” Amato, boss degli “scissionisti” di Secondigliano. Quando “Lello” Amato venne, per la prima volta, arrestato a Barcellona, nel 2005, con lui c’era anche questo “Enzino” Scarpa. Lui non venne arrestato, anche perché esibì documenti falsi, in quanto soggetto già all’epoca latitante. Ebbe però, in quel momento, una colluttazione con il personale della polizia spagnola che gli fratturò la mascella. Di questo infortunio, “Enzino” Scarpa dovrebbe “portare” ancora ì segni. Fu proprio Finazzo Franca a riferirmi di quest’episodio di cui, però, avevo già sentito parlare dai Tamarisco. Scarpa Vincenzo, dopo aver lavorato dapprima per i Tamarisco e poi per i coniugi Viglio Carmela e Cipriano Andrea, si è messo in società con la cugina Finazzo Franca…era assai abile nella “manipolazione” dello droga…Un altro grosso narco trafficante, di cui ho sempre sentito parlare nel corso della mia attività illecita è un tale Lelluccio di “Ponte Persica”. Lui attualmente lavora assieme al fratello di SCARPA Vincenzo inteso “o dottore”…Attualmente è proprio Domenico SCARPA alias “mimmuccio” ad aver sostituito, assieme ai suoi figli, lo SCARPA Vincenzo nei rapporti diretti con i grossi cartelli di narco trafficanti. Come detto “Lelluccio” lavora proprio con lo SCARPA Domenico e fa arrivare in Italia tramite container ingenti quantitativi di cocaina che poi vengono smistati a Toire Annunziata, Roma e Milano. Di Lelluccio mi parlò molto la FINAZZO Franca che come detto era in stretti contatti con il cugino SCARPA Vincenzo. Vincervzo “o dottore” è il consuocero del defunto Niniello DE SIMONE. Voglio però evidenziare che io non ho mai avuto diretti contatti con questo Lelluccio. Con i fratelli SCARPA e con questo Lelluccio di “ponte persica” è collegato anche il compagno della FINAZZO che si chiama Mario ACCARINO. Questi infatti ricicla ed rinveste in Tunisia i proventi illeciti di attività poste in essere dei suddetti personaggi…la FINAZZO era coinvolta, assieme anche al convivente Mario ACCARINO, a SCARPA Domenico, alias “Mimmuccio” e fratello di SCARPA Vincenzo ‘”o duttore”, e a Valentino GIONTA, figlio di Ernesto GIONTA, in un traffico di droga e di eroìna dalla Tunisia verso Torre Annunziata. Questa droga, una volta giunta in Campania, veniva, quasi tutta, consegnata ad altre organizzazioni di narco-trafficanti, attive anche in altre parti del territorio nazionale. E’ importante sottolineare che la FINAZZO e SCARPA Vincenzo erano “una sola cosa” con VIGLIO Carmela ed Ernesto GIONTA. L’organizzazione era, infatti, la stessa ed era ramificata nei territori di Torre Annunziata, dove operano i “Gionta”, Pompei, dove abita VIGLIO Carmela, Varese, dove opera la FINAZZO e la Spagna. Nella penisola iberica, almeno fino a quando io poi non sono stato arrestato, operava, per conto dell’organizzazione, SCARPA Alessandro, figlio di Domenico e nipote di Vincenzo. La “base operativa”, in particolare, si trovava a. Madrid, dove Alessandro SCARPA gestiva un supermercato in cui venivano commercializzati, all’ingrosso, prodotti alimentari tìpici italiani, dì cui era titolare formale proprio la FINAZZO. Lo SCARPA Alessandro gestiva, poi, assieme a “Concetta”, moglie di suo zio Vincenzo, una pizzeria a Madrid. Ricordo che, all’epoca, Alessandro camminava “in giro” per la città con una Ferrari blu elettrico, con la quale ebbe anche un incidente in Spagna, mentre stava gareggiando in velocità con dei parenti di “Lello” AMATO. Fu proprio la FINAZZO Franca ad occuparsi della riparazione, presso le autofficine di Maranello, di quest’autovettura che era stata acquistata presso la “Carotenuto cars”, concessionaria ubicata all’uscita dell’autostrada di Scafati. Presso questa auto-concessionaria dì Scafati, si sono tenuti numerosi incontri tra “Enzino” SCARPA ‘”o duttore” e ì “quagli quagli”, per organizzare il traffico di droga. Ciò avveniva nel periodo in cui SCARPA era latitante e con la compiacenza del titolare della “Carotenuto cars…”.

Antonio Esposito

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