Clan Moccia, i Barbato pagavano la ‘mesata’ in carcere a Luongo per timore che si pentisse

Il vertice del clan Moccia di Afragola tra gl anni 2014 e 2015 era sostanzialemnte diviso tra i due gruppi criminali (Luongo e Barbato) di Afragola e Casoria i quali, seppur guidati da nuovi “capizona”, hanno continuato ad operare sotto l’egida del del Clan Moccia con il placet dei suoi storici fondatori ed a provvedere seguendo conformitĂ  agli ordini impartiti dal suddetto gruppo “dirigente”. Non a caso il reggente Mariano Barbato rivolgendosi ai propri sodali affermava in una intercettazione: “questa è la lista che mi ha dato lui .. “. La sua reggenza , come si legge nelle 736 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare firmata due settimane fa dal gip Tommaso Parrella e che ha portato in carcere una 40 tra boss e affiliati di tutto il gruppo Moccia, era tesa “al soddisfacimento delle esigenze economiche degli afiiliati detenuti di rango del predetto sodalizio (quali, ad esempio, Favella Francesco, Tuccillo Gennaro, Angelino Giuseppe, Cimini Domenico), il che dimostra, in modo lapalissiano, l’innegabile continuitĂ  tra i diversi gruppi criminali succedutisi nel tempo in rappresentanza sempre del medesimo organismo criminale: il clan Moccia. Nei primi mesi dell’ann.o 2014 si verificava un’impressionante sequenza di omicidi nel territorio di influenza del clan Moccia.

In particolare:
– in data 17 febbraio 2014 venivano rinvenuti all’interno di un’autovettura data alle tiamme, nel territorio di Caivano, i corpi di Montino Vincenzo e Scarpa Ciro (affiliato del gruppo criminale di Crispano) attinti da diversi colpi di arma da fuoco da parte di altri due soggetti datisi alla fuga prima di dare alle fiamme l’auto (come rilevabile da alcuni tfilmati di videosorveglianza);
– il successivo 21 febhraio. nel vicino comune di Grumo Nevano. semore all’interno di un autoveicolo incendiato, veniva scoperto il cadavere carbonizzato di Ambrosio Aniello (reggente del gruppo di Crispano);
– il 3 marzo 2014 in Casandrino (Comune continante con quello di Afragola) veniva ucciso in un agguato di stampo camorristico Forte Stefano, originario del quartiere “Salicelle” di Afragola;
– in data 8 marzo 2014 era la volta di Caliendo Gennaro (pluripregiudicato in regime di semi libertĂ ), il quale veniva attinto da diversi colpi di arma da fuoco nei pressi del citato quartiere “Salicelle”;
– il 25 aprile veniva infine ucciso a Cardito, Iavarone Mattia (affiliato di Caivano) in un agguato di stampo chiaramente camorristico.
Ebbene, atteso lo stato di detenzione dei capi storici del clan Moccia e dei loro piĂ¹ fidati luogotenenti, l’attenzione degli inquirenti si concentrava subito su Luongo Nicola detto Nicola o’ Killer ovvero o’ luong, soggetto pluripregiudicato giĂ  condannato in passato per partecipazione al gruppo camorristico operante nel nolano, guidato da Nino Alfonso, alleato dei Moccia il quale, scarcerato in data 23 gennaio 2014, si era subito stabilito all’interno del quartiere “Salicelle” di Afragola.
In data 22 marzo 2014 veniva quindi eseguita una perquisizione domiciliare presso l’abitazione del citato Luongo, ove la p.g. rinveniva un imponente apparato di difesa, con porte e vetri blindati ed un sistema (cosiddetto Jammer) in grado di impedire l’intercettazione di conversazioni.
In tale occasione il Luongo manifestava timori per la propria incolumitĂ , esternando la volontĂ  di chiedere l’autorizzazione di non recarsi piĂ¹ ad assolvere l’obbligo di firma cui era sottoposto.
Venivano dunque attivate le operazioni di intercettazione ambientali all’interno della suddetta abitazione, le quali davano pieno riscontro all’ipotesi investigativa circa l’attribuzione a Luongo Nicola, da parte dei vertici del clan Moccia (ed in particolare di Moccia Antonio), dell’incarico di reggenza del gruppo, anche in virtĂ¹ della sua pregressa militanza all’interno del clan “Nino” (facente capo a Nino Alfonso, operativo fino al 2003 in territorio nolano), federato al gruppo Moccia.
La “reggenza” del Luongo si protraeva peraltro solo per un breve lasso di tempo, perchĂ© in data 12 maggio 2014 lo stesso veniva nuovamente arrestato e subito “scalzato” dai fratelli Barbato con a capo Mariano e poi Aniello e Carlo, i quali, oltre a subentrare in tutte le attivitĂ  criminali del gruppo – dalle gestione delle estorsioni, ai traffici di sigarette di contrabbando e di droga – si facevano anche carico della volontĂ  del “gruppo dirigente”, corrispondendo lo “stipendio” ad alcuni storici affiliati del clan Moccia (Favella Francesco, Tuccillo Gennaro, Angelino Giuseppe, Cimini Domenico) ed offrendosi addirittura di pagare un mensile a Luongo Nicola (nonostante i violenti attriti verificatisi tra i due gruppi prima dell’arresto di quest’ultimo) onde evitare che lo stesso potesse pentirsi, il che conferma la continuitĂ  tra i diversi gruppi criminali succedutisi in rappresentanza del clan Moccia.

Antonio Esposito

9. continua

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