E’ diventata defintiva la condanna a 24 anni anni di carcere per il boss di Marano, Giuseppe Polverino o’ Barone. La Cassazione infatti ha respinto il ricorso dei suoi avvocati contro la condanna per traffico internazionale di droga. Il boss arrestato in Spagana era stato condannato insieme con una trentina di suoi affiliati. E per molti la condanna รจ diventata difinitiva. Accolto un solo ricorso e per latri cinque si dovrร rideterminare al ribasso la pena. Giuseppe Di Maro, che aveva avuto 26 anni, torna in Corte dโAppello. Era assisito dallโavvocato Claudio Davino che รจ riuscito ad ottenere per lui un nuovo processo. La Suprema Corte ha annullato per Luigi Cristofaro (15 anni), Biagio Cante (13 anni9, Luigi Tartaglia Carandente (14 anni e sei mesi) e Andrea Gagliardi (17 anni), solo per per i quali ci dovrร essere la rideterminazione della pena. Oltre che per Peppe o’ barone le condanne sono diventate definitive perย Alessandro Brunitto ( 9 anni e 4 mesi), Guglielmo Cirillo (11 anni), Fabio D’Agostino ( 9 anni e 8 mesi), Raffaele D’Alterio ( 22 anni), Antonio Granata (9 anni e 8 mesi), Carmine Marra ( 11 anni), Giorgio Polverino ( 10 anni e 8 mesi) Giuseppe Ruggiero (5 anni) Sergio Scaccia ( 5 anni e 8 mesi),Raffaele Setale (6 anni), Francesco Simeoli ( 10 anni e 8 mesi),Luigi Simeoli (10 anni e 8 mesi) Gaetano Tufo ( 8 anni). E fine per i due pentiti (Biagio Di lanno (9 anni e 8 mesi) e Roberto Perrone (6 anni).
Secondo quanto accertato nel corso delle indagini i gruppi di Marano, in accordo anche con i clan napoletani, avevano inondato Napoli e provincia con tonnellate e tonnellate di hashish. Il tutto senza disdegnare unโintensa attivitร di riciclaggio nellโambito del gioco dโazzardo, cosรฌ come in quello immobiliare e imprenditoriale, che ha consentito di โpulireโ svariati milioni di euro. Lโasse con la Spagna era, di fatto, diventato una vera e propria miniera dโoro. Circa quaranta milioni netti lโanno. ร quanto frutta al clan Polverino, egemone nel Napoletano tra le zone diMarano a Quarto, il monopolio nel traffico di droga, soprattutto hashish, dal Marocco, via Spagna, in Italia. Un โcommercioโ che il clan del boss Giuseppe Polverino esercitava anche per conto di Cosa Nostra. Unโorganizzazione nellโorganizzazione che gestiva le โquoteโ da 100 mila euro che ciascun gruppo criminale interessato ad acquistare stupefacente direttamente alla fonte versava ai Polverino per vedere raddoppiato lโinvestimento. Secondo le stime, ogni mese il clan era in grado di far entrare in Italia e fino all’area nord di Napoli, spesso in valige di juta per mascherare lโodore, fino a sei tonnellate di hashish.