Camorra, il pentito: ‘Quando buttai la bomba in mezzo al Lotto G una signora mi disse, Sei un animale’

L’operazione dei Carabinieri di oggi che ha portato ad 8 arresti tra presunti esponenti dei clan di Scampia, oltre a ritenere di aver individuato autori e mandanti di due omicidi, ha fatto luce anche su due inquietanti episodi: il lancio di alcune bombe a mano da parte degli esponenti della cosca “Abete Abbinante Notturno” il 15 dicembre 2012. La prima fu lanciata nel cortile del Lotto G e il suo scoppio provoco’ il ferimento di due minorenni ed il danneggiamento di 9 auto. Una signora che vide l’autore del gesto folle si avvicinò e gli disse: “Sei un animale”. La seconda invece fu lanciata n un cortile delle ‘Case celesti’, un insediamento popolare al confine con Secondigliano, e non esplose perchè l’attentatore, ovvero Raffaele Mincione detto “Tre det”  non tolse la linguetta di proposito non facendo esplodere la bomba perché in quella zona vi abitavano i suoi parenti.un malfunzionamento; la seconda bomba a mano venne lanciata poco dopo nel cortile del Lotto G e il suo scoppio provoco’ il ferimento di due minorenni ed il danneggiamento di 9 auto. Con tali atti gli “Abete Abbinante Notturno” – secondo i Carabinieri – volevano mostrare in maniera plateale agli avversari la loro forza e superiorita’ militare. Ma il lancio della bomba in pieno pomeriggio aveva sfiorato la strage e cio’ – ritengono gli investigatori – fece calare gli appoggi tra la gente di Scampia e decreto’ la sconfitta del clan dal punto di vista militare, secondo quanto sostengono gli investigatori. I dettagli del lancio delle bombe sono raccontati dal numerosi pentiti e contenuti nell’ordinanza di custodia cautelare eseguita dai carabinieri e che stamane su diposizione della Dda e sua firma del gip Francesco De Falco Giannone ha colpito otto esponenti dei clan in guerra all’epoca della Vanella Grassi e degli Abete-Abbinante-Notturno mentre altri 4 sono indagati a piede libero. Ricco di particolari è il racconto del pentito Giuseeppe Ambra essendo egli uno dei “Bombaroli”. Un un verbale del 2015 ha raccontato agli investigatori:

Mi dedicai alla gestione dei Puffi  facendo sempre riferimento allo Chalet Baku, con tutto quello che ne compete. Ero allo stesso tempo una persona pronta a commettere omicidi, nel senso che ero nel gruppo di fuoco e disponibile ad essere armato quotidianamente per sorvegliare il Rione. Io facevo parte del gruppo di fuoco dello Chalet Baku, composto da BRANDI VINCENZO, maratona, CICCARELLI ARMANDO, RAIA COSTANTINO,· in alcune occasioni fece parte di questo il gruppo di fuoco CAIRO ANTONIO, detto fiocchetto, per il lancio delle bombe. …  In questa mia qualità (di componente del gruppo di fuoco, Ndr) ho partecipato ( … ) lancio delle bombe al Lotto G, Case Celesti, Case Gialle … Il 5 dicembre del 2012, dopo l’arresto di MARINO GIOVANNL mi incontro con MONTANERA GIUSEPPE a Caivano, in presenza di CICCARELLI ANTONIO, 1A VARONE MA1TIA, LA URENTI RAFFAELE; con me era CICCARELLI ARMANDO. MONTANERA mi disse.’Dobbiamo attirare l’attenzione della polizia nei rioni della Vanella: Lotto G, case Celesti, Casavatore. Vai là con una pistola e colpisci tre o quattro macchine in modo da creare un po ‘ di casino nella zona; lui mirava soprattutto Casavatore, perché riteneva che MENNETTA ANTONIO si rifugiasse lì, avendo l’appoggio della famiglia di Ernestino Ferone affiliati alla Vinella. Io gli dissi visto che noi abbiamo la disponibilità di bombe ananas che Ciro Abrunzo aveva acquistato a Barra dissi. Lanciamo qualche bomba che rischiamo di meno; MONTANERA disse va bene. curati questa cosa, decidi tu con ARCANGELO. lo andai nello Chalet Baku. chiamai RAIA GIOVANNI, RAIA COSTANTINO. BRANDI VINCENZO e CAIRO ANTONIO; a RAIA GiOVANNI dissi di recarsi presso l’abitazione della sua ragazza,…omissis…, cugina di GENNY GENNY, che abita ai Sette Palazzi, in una postazione che vedeva la rotonda del Lotto G, da un appartamento al 2 piano del primo palazzo dei Sette palazzi, e gli diedi un telefono; lui mi doveva dare il via libera, se non vi era la Polizia, per coprire la fuga. Diedi incarico a BRANDI VINCENZO ed a RAIA COSTANTINO di preparare due Transalp, una nera ed una bianca. A CAIRO ANTONIO chiesi di andare al’appoggio, che si trovava nella Torre Bianca, dove avevamo anche altre armi, e di prendere due bombe. Le bombe in tutto erano sei. Arriva il messaggio OK da RAIA GIOVANNI, per le Case Gialle, una settimana prima delle bombe al Lotto G, si era verso le 20, 00. lo e BRANDI su una Transpalp nera, BRANDI guidava ed io lanciai una bomba, che esplose sotto una Punto bleu e si ruppero i vetri di tutte le auto. Sulla Transalp RAIA COSTANTINO guidava e CAIRO ANTONIO lanciò l’altra bomba che esplose. Non rimase ferito nessuno. Ci recammo allo Chalet Baku e mi ritirai da NOTTURNO RAFFAELE per riferirgli l’accaduto. io inoltre alloggiavo lì. Il 15 dicembre 2012 andai da ABBINANTE ARCANGELO per dirgli se potevo lanciare le bombe nel Lotto G, in specie nell’abitazione di un affiliato della Vanella Grassi, ABATE ESPEDITO, perché costui si vantava dicendo ‘ Se questi hanno coraggio perché non vengono a casa mia? ” ABBINANTE ARCANGELO disse : vai ma attento ai bambini, fallo sul tardi…

Andai al Lotto G a bordo di una Fiat Punto 5 porte di colore grigio di proprietà di MINCIONE RAFFAELE. che aveva comperato una settimana prima da GRANATINO GIUSEPPE, abitante allo Chalet Baku 13 piano. A bordo vi eravamo io, seduto dietro, RAFFAELE MINCIONE detto TRE DET, lato passeggero e RAIA COSTANTINO che guidava, mentre le bombe vennero portate da BRANDI VINCENZO a bordo di un SH VINCENZO, le bombe erano una per me ed una per MINCIONE. Io avevo voluto MINCIONE nel raid perché ci era giunta voce che costui aveva avuto un incontro con MENNETTA ANTONIO a Licola, che voleva girarsi con loro e MENNETTA gli aveva offerto 1 0mila euro per la testa di un ABBINANTE. Questa notizia veniva dalla talpa che ABBINANTE aveva nella Vine/la. All’ingresso del Lotto G, all’altezza della Farmasanitaria, BRANDI passa una bomba a me ed una a TRE DET. Entriamo nel LOTTO G ed usciamo, non si poteva buttare nell’abitazione in quanto notammo donne e bambini. Uscendo dal Lotto G. a dieci metri dal bar, faccio fermare la macchina a RAIA COSTANTINO e scendemmo io e LELO TRE DET; io lanciai la bomba che esplose; vidi poi il telegiornale e comprese, sentendomi spregevole, che la bomba aveva ferito anche due bambini. MINCIONE non lanciò e, rientrati in macchina, gli chiesi il perché; io sospettavo di lui e lui mi disse che non era stato in grado di strappare la linguetta dell’innesco. Gli dissi al MINCIONE di consegnare la sua bomba a BRANDI che stava sul motorino e di recarci nel rione ISES, dove feci scendere MINCIONE RAFFAELE e lo feci salire sul BRANDI, facendoli attendere il mio ritorno. Io e RAIA COSTANTINO andammo nello Chalet Baku. prendemmo una Transalp bianca ed io mi recai un attimo da CICCARELLI ARMANDO per chiedergli se potevo eliminare MINCIONE RAFFAELE, per quanto accaduto. CICCARELLI mi disse di no, perché voleva la conferma sicura. lo gli dissi: la conferma te la dò tra dieci minuti; Mi recai dunque con RAIA COSTANTINO nel Rione Ises, dove MINCIONE e BRANDI attendevano. Diedi la Transalp bianca ed indicai loro di buttare la bomba nelle Case Celesti  ed io andai a vedere di persona che cosa avessero fatta, con RAIA COSTANTINO che mi portava l’SH nero. Andando alle Case Celesti il MINCIONE scese, lanciò la bomba ma senza togliere la linguetta. Nelle Case Celesti infatti, c’erano alcuni suoi familiari. Per me fu la prova della girata. La bomba non esplose, non vi furono danni. Da quel momento il MINCIONE non si recò più allo Chalet Baku, senza neanche farsi più vedere…”.

Anche il pentito Pasquale Riccio ha riferito agli investigatori di questi episodi:”… Fu un fatto avvenuto prima di Natale del 2012. MONTANERA GIUSEPPE aveva due o tre bombe a mano modello ananas, io non le vidi, ma il fatto mi venne raccontato da Abbinante Arcangelo e da Ciccarelli Armando. Gli Abete le avevano li da tempo, in un garage di via Ghisleri. Si trattò di un gesto dimostrativo, poichè il Lotto G era rimasto sguarnito dopo gli arresti del settembre del 2012 e si voleva così impedire che tornassero in forze nel rione. L’idea venne a ABBINANTE ARCANGELO ed a MONTANERA GIUSEPPE, io non c’ero ed avrei fatto di tutto per evitare un gesto così inconsulto, perché non si sa chi poteva colpire una bomba di questo tipo. Avevano già deciso di buttare una bomba nel LOITO G ed una nelle Case Celesti; partirono con un ‘unica macchina, la Punto del suocero o del padre di MINCIONE RAFFAELE detto TRE DET. con a bordo AMBRA GIUSEPPE, RAIA COSTANTINO, TRE DET. e credo BRANDI VINCENZO, ma non ne sono certo. Conferma mi venne data da AMBRA GIUSEPPE allorché era carcerato con me. La bomba buttata nel Lotto G, mi disse AMBRA, venne gettata da AMBRA, davanti ad un bar dove stavano molti affiliati della Vinella. AMBRA mi disse che scese dalla macchina, buttò la bomba, si fermò ad assistere al botto, ed una signora lì nei pressi ebbe anche modo di dirgli ‘Sei un animale’. Da lì si portarono nelle Case Celesti direttamente con la stessa macchina, non credo con dei motorini, e lì TRE DET gettò la seconda bomba direttamente nell’anfiteatro che è al centro delle Case Celesti ci andò a piedi tranquillo e la bomba non esplose, perché TRE DET non tirò la linguetta. Vi è da dire che noi già sospettavamo che MINCIO NE e la sua famiglia tra cui TOTTI, CAIAZZO VALERIO, NICOLA COPPEITA, volessero girarsi con la Vinella Grassi ed anzi fu uno dei motivi per cui AMBRA pretese che a gettare la bomba nelle Case Celesti fosse proprio TRE DET. Ma TRE DET aveva avuto già modo di avvisare quelli delle Case Celesti che infatti erano tutti in casa ed il piazzale era deserto. Ricordo anche, perché me lo ha confidato AMBRA, che nel tragitto dal LOITO Gotto G alle Case Celesti si fermarono un momento nel MONTEROSA ed AMBRA si recò da ARMANDO CICCARELLI dicendo,· Ho TRE DET qua giù, lo posso ammazzare? e CICCARELLI disse: “ho già parlato con i compagni, non ucciderlo è uno dei nostri”. E così AMBRA non uccise TRE DET. Poi, i MINCIONE si buttarono con la VINELLA, situazione che ci venne anticipata da un soggetto della Sanità, Totore o’ scuorz…”.

Renato Pagano

 1. continua

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