Sant’Antimo, il boss Ronga guardato a vista in ospedale

Sant’Antimo.E’ guardato a vista il boss latitante Filippo Ronga, 41 anni, ras del clan Ranucci di Sant’Antimo, ex “primula rossa” della camorra napoletana catturato venerdì sera in piazza Sant’Erasmo, nel quartiere Castellone di Formia, dopo una violenta sparatoria nel corso della quale è rimasto gravemente ferito. E’ ricoverato in rianimazione, con una pallottola in corpo che lo ha portato a un passo dalla morte, le sue condizioni sono critiche ma non è in pericolo di vita. Il boss si è anche congratulato con il capitano De Lise, che coordina la compagnai di Giugliano, per la sua bravura nella catturarlo. I militari aveva stretto il cerchio attorno al latitante da cinque anni: avevano scoperto due covi a Castel Volturno e Caserta dove era stato di recente. Si era per forza di cose spostato in una zona che conosceva come quella del Pontino, rifugio da sempre di latitanti napoletani. Ma non è un caso che Ronga sia stato catturato proprio a  Formia perché li tredici anni fa fu catturato suo fratello Stefano, all’epoca 24enne e anch’egli latitante da tre anni. Stefano si era reso uccel di bosco perché la sera del 28 aprile del 2001 a Giugliano aveva ucciso l’elettrauto Antonio Caputo di soli 29 anni che si era ribellato alla rapina della sua auto. Stefano Ronga lo freddò con due colpi di pistola. La famiglia Ronga conosceva bene quelle zone dunque e sapeva a chi rivolgersi e su quali appoggi contare. E proprio seguendo queste tracce che i carabinieri di Giugliano sono arrivati a lui.

Secondo la ricostruzione della sparatoria e della conseguente cattura, Filippo Ronga nella serata di venerdì si trovava in piazza Sant’Erasmo a Formia insieme ad un uomo e ad una donna, anch’essi destinatari di provvedimenti cautelari per favoreggiamento, resistenza e lesioni personali. Il latitante 41 anni detto Popo’ ma soprattutto nipote del temutissimo defunto boss Geremia  Ranucci detto ‘ o curnutiello, non appena i carabinieri di Giugliano hanno tentato di bloccarlo ha intrapreso una colluttazione durante quale Ronga ha estratto una pistola con matrice abrasa e con il colpo in canna. L’uomo, era pronto a far fuoco dove aver puntato l’arma contro il militare che stava cercando di bloccarlo. È stato allora che un altro carabiniere presente all’azione che  ha esploso  tre colpi che l’hanno ferito al torace e ad una gamba.

Ronga è ritenuto dagli investigatori un elemento estremamente pericoloso. Negli ultimi mesi i contrasti con i Verde e i Puca. Negli ultimi tempi  a Sant’Antimo ci sono stati una serie di attentati in cui sono stati presi di mira diverse attività e negozi appartenenti alla famiglia rivale con la tensione aumentata a dismisura. Il primo si è verificato tra il 26 e il 27 dicembre del 2016 in via Flavio Gioia, quando un ordigno rudimentale esplose dinanzi ad una panetteria. Il 12 aprile 2017 ad essere preso di mira fu il negozio di prodotti casalinghi “L’Angolo di Luisa, gestito proprio dalla compagna di Ronga. Qualche giorno prima la stessa attività commerciale fu oggetto di rapina con gli autori che esplosero anche un colpo di pistola rompendo una vetrina. Il primo maggio venne piazzato un altro ordigno nei pressi di una macelleria di piazza Trieste e Trento. Poco meno di due mesi fa, il 16 novembre, ci furono in una notte sola tre esplosioni a poca distanza l’una dall’altra. Le prime due distrussero in parte il bar Imperial, tra via Giuseppe Di Vittorio e corso Unione Sovietica. La terza bomba deflagrò in via Galileo Galilei, danneggiando il negozio l’angolo di Angy. Le due attività commerciali sono gestite da persone imparentate con il boss Pasquale Puca, detto “o minorenne’’, attualmente detenuto nel carcere duro.

 

 

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