Portici, era il ras Carlo Vollaro l’obiettivo della stesa

Portici: era Carlo Vollaro, uno dei nipoti del famigerato defunto “Califfo” l’obiettivo della stesa di camorra dell’altra notte a Portici. Infatti alcuni colpi d’arma da fuoco sono stati esplosi intorno all’una della notte tra venerdì e sabato, contro la porta dell’abitazione della compagna del sorvegliato speciale Carlo Vollaro, 39 anni, ritenuto dalle forze dell’ordine reggente dell’omonimo clan e attualmente agli arresti domiciliari. Qualcuno è entrato nel palazzo in via Benvenuto Cellini dove vive la donna, nei pressi del viale Leonardo da Vinci, è salito al primo piano dello stabile e ha sparato contro la porta di ingresso dell’appartamento. Sceso nell’androne, ha sparato di nuovo, colpendo la guardiola del portiere. Ad avvisare le forze dell’ordine alle prime ore della mattina successiva sono stati alcuni condomini.

I due sono stati interrogati a lungo dai carabinieri che conducono le indagini. I militari hanno anche visionato tutte le telecamere pubbliche e private poste lungo la zona del raid per cercare elementi utili a risalire agli autori del raid attraverso le immagini. I militari stanno ricostruendo il puzzle criminale per capire il perchè del raid anche alla luce dei recenti arresti a san Giorgio a Cremano di tutti i componenti del clan Troia compresa quella che era la reggente Immacolata Iattarelli moglie del boss. Carlo Vollaro era considerato l’attuale reggente del clan ed è possibile che qualcosa si sia mosso negli ultimi mesi nello scacchiere criminale in considerazione anche della volontà di espansione del clan Mazzarella con base nella vicina san Giorgio a Cremano. Nel gennaio del 2013 ci fu un altro attentato nei confronti di un componente della famiglia Vollaro: una bomba carta fu fatta esplodere davanti all’abitazione di Giuseppe Vollaro, il figlio di Luigi detto “il Califfo” – boss morto in carcere -, e la deflagrazione aveva provocato la caduta del cancello d’ingresso e danni ad alcuni infissi dello stabile.Carlo Vollaro è figlio di Antonio e quindi nipote dello storico boss. Lo scorso giugno fu arrestato con l’accusa di inosservanza delle prescrizioni imposte dalla misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno. Era stato bloccato, infatti, in via Luca Giordano mentre si trovava in compagnia di un pregiudicato, affiliato al clan. L’ultima operazione ordinata dalla magistratura contro il gruppo risale al 2016, quando, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia partenopea, erano state eseguite otto ordinanze di arresto nei confronti di altrettanti indagati per associazione camorristica ed estorsione aggravata nei confronti di imprenditori che noleggiavano slot machine e videopoker a locali pubblici di Portici. Tra essi anche Carlo Vollaro, anche se le accuse contro di lui caddero un paio di settimane dopo.

Cronache della Campania@2018

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