‘Ad ogni grosso carico di droga i boss guadagnavano 5-6 milioni di euro’. IL RACCONTO DEL PENTITO

Ad ogni carico di droga di grosse quantità che arrivava in Campania i vari boss che facevano parte dei sistema guadagnavano anche 5-6 milioni di euro a famiglia. E’ il racconto del pentito del clan Amato- Pagano, Carmine Cerrone detto Taekwondò sui fiumi di droga fatti arrivare  negli anni scorsi grazie al super narcos Raffaele Imperiale detto Lelluccio o’ parente. Cerrato è il cognato del boss Carmine Pagano e conoscitore in prima persona degli affari della cosca degli Scissionisti. Ecco cosa ha raccontato nel 2014: “…per quanto è di mia diretta conoscenza, sono giunti in Campania, in particolare a Gricignano di Aversa due grossi carichi di circa 2000 chili ciascuno, uno nel 2006 ed uno nel 2008. La droga proveniva dalla Columbia, passando per l’ Africa, e il carico era gestito da Imperiale Raffaele e Mario Cerrone ndr, socio di Imperiale) di cui non conosco il cognome, ma che saprei riconoscere. Di ciò sono certo in quanto in quel periodo, ossìa nel 2006 e nel 2008 io vivevo a. Gricìgnano in casa con Pagano Cesare, e ci appoggiava un signore di nome Franco. Ebbene io ho visto, nel 2006 e nel 2008, arrivare le autovetture con la cocaina a. distanza di 30 minuti circa l’ima dall’altra; poi il Franco, caricava di volta in. volta un’altra auto o un furgone, per portarlo in altro deposito, nelle vicinanze, che io, però, non conosco.
Per rendere veloce l’operazione, io stesso ho aiutato il Franco, che saprei riconoscere, a scaricare e. caricare la droga.
… omissis…Nel 2008, come già accennato, è arrivato il secondo carico, gestito con le medesime modalità e persone già descrìtte.
Voglio precisare che nel 2006, le famiglie Amato e Pagano sì appoggiavano a Gricignano, mentre, nel 2008 già erano a Melito, ma la casa dove viveva Cesare nel 2006 rimaneva il nostro appoggio, ossia io e Sasamen, Pagano Cesare, Amato Elio, Angioletto, Carmine ci spostavamo in quella casa per essere certi che il carico arrivasse e venisse gestito nel modo sopra descritto.
Poi dal deposito segreto partivano i pacchi per te varie piazze e di questo si occupava Sasamen e tale Zio Baffone, che saprei riconoscere, ma non ricordo il nome; loro poi portavano la COCAINA dove volevano le singole famiglie che gestivano le piazze, ossia gli Abete, Abbinante, Marino e la Vinella dopo il 2007.

Anzi precìso per disposizione dei capi famiglia i vari gruppi dovevano avere a. disposizione una casa con un garage sotto dove appoggiare la droga, per dare alla macchina che la trasportava la possibilità di entrare, scaricare ed uscire in tranquillità…medesimo sistema Veniva utilizzato per il ritiro del denaro… omissis …
Continuando il discorso sulla cocaina e sul prezzo, voglio dire che il prezzo di partenza della cocaina era di 19/20 mila Euro al chilo comprese le spese di trasporto e veniva rivenduto ad un prezzo compreso tra i 39 ed ì 42 mila euro al chilo. La differenza di prezzo era il guadagno.
Di ciò me ne parlava Pagano Cesare è questa è stata la situazione sino al suo arresto, ossia luglio del 2010. Il traffico internazionale di cocaina era gestito da un gruppo di soci, così composto da Raffaele Imperiale e Mario, Pagano Cesare, Amato Elio,Amato Raffaele il grande; Zia Rosaria, per conto dei figli, prima era socio il marito Pietro Amato (quindi la società è nata prima della morte di Pietro quando erano tutti affiliati al clan Di Lauro, nel senso che di nascosto da Paolo Di Lauro, rifornivano di cocaina una famiglia malavitosa di calabrese che operava a Milano che. si chiama Mammoliti. Per come mi chiede io non so quanto guadagnassero i soci, per certo posso dire che una volta mio cognato Pagano Cesare disse che per ogni carico ogni quota era di 5-6 milioni di euro.
Per come mi chiede io sono certo di questi due carichi, che io chiamo diretti, del 2006 e del 2008, ossia cocaina che partiva dalla Columbia e arrivava a Napoli, attraverso l’Africa,….omissis…ma so anche che ogni carico bastava a soddisfare le esigenze del mercato per circa 6-7- mesi, per cui non so se ci sono stati altri carichi diretti; credo di no perché io con Cesare parlavo.
Del resto prima della cattura di mio cognato, effettivamente il clan era rimasto senza cocaina e attraverso Imperiale e Mario, abbiamo caricato droga dalla Spagna; in questo caso io parlo di “carico indiretto” nel senso che noi rispondevamo solo del trasporto dalla Spagna a Napoli, per cui il prezzo della cocaina era, più alto e la quantità minore. Per esempio se i due trovavano 300 chili a Malaga ce li inviavano, oppure a Barcellona facevano lo stesso. In questo caso il prezzo di partenza era 33/34 mila euro al chilo e rivenduta sempre a 40¬41 mila euro al chilo, per cui il guadagno dei soci era più basso…”.

Antonio Esposito

6.continua

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