Camorra, il pentito: ‘Ecco come funziona il sistema-Troia dalle slot machine, alla droga e le estorsioni’. I VERBALI

Ha svelato tutto il ‘sistema Troia’ e chi più lui ne poteva sapere essendo un nipote del boss Ciro “Gelsomino”.

Alfredo Troia è il grande accusatore della famiglia e del clan. Si è pentito da due dopo dopo la decisione della moglie Maria Grandulli e dopo che la zia, la donna boss Immacolata Iattarelli, aveva a più riprese minacciato la moglie invitandola ad andare via da san Giorgio perché cognata del pentito Domenico Esposito ‘ o cinese del clan De Micco di Ponticelli. Alfredo Troia tra l’altro era anche stato oggetto di un ferimento ad opera dello zio Carmine.
Ecco una parte dei suoi racconti: “…Gennaro Ferrara non mi ha portato altre armi, come lei mi chiede, e posso dire che questi dà al clan 6000 euro al mese poiché ha una piazza di spaccio di cocaina ed erba in piazza Municipio… E’ il Ferrara a rifornirsi autonomamente della droga e dà al clan, per spacciare, la quota di 6000 euro. Prima si riforniva a San Giovanni da persone legate ai Mazzarella, ma non so essere preciso. Io non l’ho mai accompagnato a prendere la droga.Ho poi fatto qualche recupero di soldi per conto del clan. Dall’età di 18 anni ho iniziato a commettere reati, anche autonomamente facendo riferimento al mio cognome, e poi dall’anno scorso sono entrato a tutti gli effetti nel clan Troia facendo riferimento al capo clan Enzo Troia.
Dagli inizi del  2003-2004, ho fatto estorsioni ai cantiere edili, utilizzando io cognome dei Troia-Gelsomino. Per tale motivo poi avendo gli Abate, alleati dei Troia, effettuato analoghe estorsioni sugli stessi cantieri, volevano avere spiegazioni del mio comportamento e per tal motivo, in alcuni casi, mio zio è dovuto intervenire per evitare ritorsioni violente nei miei confronti. Da quando ho iniziato a far parte del clan Troia, io dovevo rappresentare mio zio per tutti gli affari del clan, poi riferivo il tutto alla Iattarelli che è la vera reggente del clan in assenza del marito detenuto. La Iattarelli poi porta le imbasciate nel carcere e riceve ordini dal marito. Poi la Iattarelli mi dà disposizioni a me”.
Il collaboratore di giustizia nel suo racconto poi scende nello specifico e spiega:”…i soldi delle piazze di droga vengono portati o direttamente a casa della Iattarelli, o a casa di Teresa, moglie di Vincenzo. o a volte è Teresa chegira in strada e riscuote i soldi delle piazze di droga. Sono a conoscenza delle estorsioni che vengono commesse presso i negozi che hanno le slot machine. Questa estorsione avviene in questo senso: noi imponiamo ai negozianti una persona che deve fornire le macchinette. Poi tutti i negozianti pagavano 50 euro a macchinetta al clan. Inoltre il fornitore paga anche lui una quota al clan. Preciso che si tratta di una quota mensile. Mi riservo di indicare il nominativo del fornitore di macchinette. Ci sono più persone che si occupano di prendere questi soldi: ricordo  Antonio, cognato di Enzo e marito di Maria Troia, qualche volta sono andato anche io, Perna Luigi poi arrestato, Teresa la moglie di Enzo Troia passando con la Panda e senza scendere dall’auto gli venivano dati i soldi. Voglio precisare che Teresa è quella che gestisce la cassa del clan e che poi ripartisce i proventi .agli appartenenti alla organizzazione. Attualmente vi sono alcuni dei Rinaldi di San Giovanni elle ci aiutano nelle attività estorsive. Le estorsioni dei negozianti ed ai cantieri avvengono tre volte all’anno. Natale, Pasqua ed Agosto.
Io prendo una settimana di 500 euro che mi viene corrisposta da Teresa; ciò da quando sono detenuto. Prima invece, come detto, anche spendendo il nome del clan mi arrangiavo commettendo dei reati autonomamente. Dopo la sparatoria commessa sono passato di grado ed in giro è stata sparsa la voce che io rappresentavo il capo clan Vincenzo Troia e che quindi tutti dovevano stare attenti perchè avrei potuto reagire anche con le delle armi. Ovviamente alle mie spalle vi erano al Iattarelli e la moglie del Troia Vincenzo, Teresa…a volte i soldi mi vengono consegnati a casa da alcuni ragazzi incaricati da Teresa o da mia zia Iattarelli. Allo stato il clan Troia è rappresentato da Troia Natasha, dalla Iattarelli e da Teresa. Non so riferivi molto di Natasha perché io non sto in buoni rapporti con Tobia, affiliato dei Mazzarella e compagno della Natasha. Maria Troia commette reati per il clan Troia ed in particolare si occupa di attività estorsive in particolare va dal supermercato Amodio, sito in Via Gramsci-Cortile Borrelli di San Giorgio, dove si prende circa 2000 euro quale suo stipendio. Si tratta di un regalo che gli ha fatto Enzo che corrisponde alla sua paga mensile…”.

Antonio Esposito

 3.continua

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