Camorra, il boss pentito: ”Il tatuatore fu ucciso da Abrunzo non da Vincenzo Russo”

“Il tatuatore di Casavatore non fu ucciso da Vincenzo Russo ‘o luongo, a sparare è stato Ciro Abrunzo. La confessione choc è del boss neo pentito Gennaro Notturno ed è datata 10 ottobre scorso. Un colpo di scena che rischia di compromettere il processo a carico del boss Arcangelo Abete e del suo braccio destro Raffaele Aprea accusati di essere gli organizzatori dell’omicidio dell’ennesima vittima innocente della camorra.
Gianluca Ciminiello fu ucciso sull’uscio del suo negozio il 2 febbraio del 2010. Per quel delitto è stato condannato all’ergastolo Vincenzo russo dopo una prima condanna e l’annullamento da parte della Cassazione. Ma le dichiarazioni di Gennaro ‘o sarracino, riportate in anteprima stamane da Il Roma, danno una nuova versione dei fatti e chiamano in causa come presunta killer una persona che non potrà difendersi perché ucciso a sua volta.
Davanti al pm della Dda, Gloria Sanseverino, il boss Gennaro Notturno che è anche cugino di Arcangelo Abete ancora sotto processo per quel delitto, ha raccontato: “Di questo omicidio ho parlato con Vincenzo Russo, che ho conosciuto all’inizio del 2017 nel carcere di Secondigliano mentre stava facendo il processo d’appello. Lui si professava innocente. C’entrava più che altro mio cugino Arcangelo Abete. C’era stata una discussione tra il tatuatore e il nipote di Cesare Pagano.
Russo mi disse che era stato chiamato da Abete (in quel periodo ristretto agli arresti domiciliari a Milano, ndr) e andò a trovarlo insieme a Ciro Abrunzo. Si decise quindi che lui e Abrunzo dovevano dare questa lezione al tatuatore. Mi disse che si recarono a Casavatore, lui entrò per farlo uscire e Abrunzo doveva sparare alle gambe, mentre invece poi alzò la mano, come mi ha raccontato, e ha puntato al petto. Poi non mi ha detto altro, si è soltanto lamentato del fatto che la famiglia Abete, dopo l’arresto di mio cugino, non gli faceva più percepire lo stipendio”.
Una versione completamente diversa almeno della scena del crimine rispetto a quella raccontata fino ad oggi da altri pentiti e che portato alla condanna all’ergastolo per Russo. Gli inquirenti ci vanno con i piedi di piombo perché le persone coinvolte sono tutti parenti di Notturno. In primo luogo l’altro presunto killer, Raffaele Aprea, cugino di Notturno, oltre che cognato di Abrunzo, così come Arcangelo Abete verso il quale Notturno nutre invece risentimenti. Insomma una versione che necessita di approfondimenti e di verifiche.
Tra l’altro Notturno ha anche raccontato che Gianluca Cimminiello sapeva bene di essersi messo in un grosso guaio, dopo aver malmenato il nipote del boss Cesare Pagano.
“Il tatuatore conosceva una persona che lavorava al forno del lotto Tb, si mise in mezzo per calmare questa situazione, per non farla andare oltre. Aveva chiamato – riferisce il pentito – mio cugino Raffaele Aprea, così da evitare che potessero sorgere altri problemi. Ma fu tutto inutile. Russo fu chiamato a Milano da Arcangelo Abete e partì con Ciro Abrunzo. Arcangelo Abete – conclude il pentito Gennaro Notturno – voleva fare un favore a Cesare Pagano, dando una lezione al tatuatore per la “mancanza” che aveva avuto contro suo nipote”.
L’epilogo della storia è nota con la morte di Ciminiello e la condanna all’ergastolo di Vincenzo Russo ‘ o lungo che altri pentiti indicano come l’esecutore materiale dell’omicidio.

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