Scafati. Due attentati in 24 ore: il bersaglio è ancora una volta un esercizio commerciale. Nuovo raid ai danni di un esercizio commerciale: questa volta cambia la strategia del terrore e gli attentatori utilizzano il fuoco per distruggere la pescheria ristorante ‘Acqua e Sale’ di via Montegrappa. Un piccolo scoppio, poi le fiamme all’alba hanno completamente distrutto la saracinesca e l’insegna del ristorante a gestione familiare che nel tempo è diventato punto di riferimento gastronomico della città. Non è stata una bomba carta a mandare in pezzi l’ingresso della pescheria bensì qualcosa più simile ad una molotov, tant’è che un’automobile parcheggiata davanti al locale è stata completamente distrutta dalle fiamme. A chiarire cosa è accaduto saranno i vigili del fuoco intervenuti insieme ai carabinieri verso le sei del mattino in via Montegrappa.
A dare l’allarme, stamane, una gazzella dei carabinieri della stazione di Angri che si trovava nelle immediate vicinanze e che stava effettuando dei controlli nella zona. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco del distaccamento di Nocera Inferiore che hanno spento le fiamme ed hanno rimosso la vettura distrutta dal fuoco. Lo scoppio ha lesionato il rivestimento in marmo del pilastro situato all’ingresso del Palazzo Scarlato al civico 33. Sono rimaste poche macerie e mura annerite, in via Montegrappa, e ancora una volta troppi interrogativi senza risposta. I titolari della pescheria ristorante sono stati sentiti dai carabinieri che cercano di dare una risposta a questo nuovo attentato che arriva a poco più di 24 ore dal raid avvenuto in via della Resistenza la notte scorsa, dove ignoti hanno esploso 13 colpi di pistola contro la saracinesca del negozio di parrucchiere Nico Style. L’ipotesi che si fa strada è quella del racket, ma anche in questo caso saranno le indagini a chiarire cosa è accaduto all’alba di oggi.
Se mai ci fossero stati dubbi dopo gli episodi degli ultimi mesi, la città è nella morsa della criminalità organizzata. C’è una strategia del terrore in atto, un’incursione violenta per il controllo del territorio. E la città è in balia completa della criminalità organizzata, senza che lo Stato riesca ad opporre la minima resistenza.
In una situazione del genere, senza una presenza forte delle forze dell’ordine nella città il cui consiglio comunale è stato sciolto per infiltrazioni camorristiche, tutti possono diventare facile preda.
Salgono a cinque gli episodi che rendono chiaro l’esistenza di un fenomeno che neppure negli anni più bui della camorra scafatese è stato così persistente e sfacciato. Imporre la strategia del terrore per ridurre al minimo la resistenza di commercianti poco disposti a pagare e per lanciare messaggi di supremazia a chi, fino ad oggi, ha imposto il proprio predominio criminale in città è il segnale chiaro che a Scafati la camorra ha messo definitivamente le mani sulla città.
Rosaria Federico
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