Imprenditori della Penisola Sorrentina nel processo per riciclaggio del clan D’Alessandro in Sardegna

Ci sono anche tre impreditori della Penisola Sorrentina nell’inchiesta sul riciclaggio in Sardegna del clan D’Alessandro e che vede coinvolto anche l’europarlamentare di Forza Italia, Salvatore Cicu e il consigliere regionale della Campania, Luciano Passariello. Si tratta di Antonino Di Martino, 51 anni di Piano di Sorrento, la moglie Angela Miccio, 51 anni di Piano di Sorrento e la sorella Luisa Di Martino, 43 anni che vive Vico Equense. L’imprenditore costiero viene indicato dagli investigatori sardi come l’anello di congiunzione tra i politici dell’isola e Gennaro Chierchia alias “Rino ‘o pecorone” referente dei D’Alessandro su Gragnano, ucciso in un negozio di via Castellammare il 18 marzo del 2010. L’inchiesta riguarda la realizzazzione del villagio turistico S’Incantu nell’incantevole baia di Villasimius in provincia di Cagliari e per la cui realizzazione sono finiti sotto processo in 17. Ieri il pm ha parlato per più di un’ora, rinnovando la sua richiesta di rinvio a giudizio per tutti gli indagati. Il sostituto procuratore Emanuele Secci, ha ripercorso le tappe saliente della sua inchiesta davanti al Gup del Tribunale di Cagliari, Cristina Ornano, che dovrà decidere se celebrare il processo nei confronti dell’europarlamentare di Forza Italia, Salvatore Cicu, dell’ex sindaco di Sestu (Cagliari, Luciano Taccori, e dell’ex capogruppo forzista dello stesso comune, Paolo Cau, l’unico presente oggi in aula. I tre sono accusati con altre 14 persone residenti in Campania di aver riciclato in Sardegna denaro proveniente dal clan camorristico dei Casalesi. L’inchiesta – condotta dai militari del Gico della Guardia di Finanza sotto il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia – è legata alla vendita di un terreno a Villasimius (Cagliari) da parte della società Turicost (nella quale Cicu sarebbe stato socio occulto) ad una cordata di imprenditori campani che poi hanno realizzato il villaggio turistico S’Incantu. Il pubblico ministero ha rinnovato le conclusioni già presentate al Gip al termine dell’inchiesta preliminare, sollecitando il rinvio a giudizio di tutti. Un’indagine molto complessa che ha potuto accertare anche l’arrivo nell’Isola, il 5 agosto 2003, di Gennaro Chierchia, noto Rino ‘o Pecorone, esponente di punta del clan camorristico D’Alessandro. Secondo l’accusa portava in una valigetta 400 mila euro in contanti per chiudere l’affare. Conclusa l’inchiesta, il pm Secci ha sollecitato il processo per tutti i 17 indagati accusati di riciclaggio – a Cicu, Taccori e Cau non viene contesta l’associazione a delinquere né l’aggravante delle finalità mafiose – e ora sarà il Gup Cristina Ornano a decidere valutando gli elementi raccolti. Il giudice ha deciso che solo alla fine dell’udienza preliminare scioglierà la riserva in merito alla competenza territoriale del processo per alcuni imputati campani, mentre nelle prossime udienze – fissate per il 27 aprile e il 18 maggio – dovrebbero parlare i difensori. Sono finiti nell’inchiesta sarda il consigliere regionale della Campania Luciano Passariello, 55 anni di Napoli; Alessandra Coronella, 42 anni di Aversa; Antonino Di Martino, 51 di Piano di Sorrento; Luisa Di Martino, 43 di Vico Equense; Alessandro Falco, 42 di Napoli; Nicola Fontana, 56 di Casapesenna, in provincia di Caserta; Rosa Fontaa, 82 di Casapesenna; Rosa Garofalo, 53 di Casapesenna; Sabino Gioia, 54 di Avellino; Angela Miccio, 51 di Piano di Sorrento; Bartolomeo Piccolo, 58 di Casapesenna; Gilda Piccolo, 53 di Casapesenna; Salvatore Venturino, 50 di Napoli; Antonio Vieri, 58 di Avellino.

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