Morì dopo un intervento di interruzione di gravidanza effettuato all’ospedale “Umberto I” di Nocera Inferiore: rinviato a giudizio il medico, Franco Petrone. Il gup Alfonso Scermino ha accolto la richiesta di rinvio a giudizio del pubblico ministero Valeria Vinci nei confronti di Petrone, unico indagato nel processo per la morte di Maria Cariello, 35 anni, angrese morta il 17 marzo del 2014 all’ospedale nocerino. La donna, originaria di Gragnano e residente ad Angri, era stata operata tre giorni prima e due giorni dopo era ritornata in ospedale accusando dolori lancinanti all’addome. Una gravissima emorragia interna le costò la vita. Mari Cariello lasciò il marito Domenico e una figlia piccolissima. Il coniuge si è costituito parte civile al processo insieme ai familiari. Franco Petrone, difeso dagli avvocati Michele Alfano e Filippo Dinacci, dovrà comparire dinanzi al giudice monocratico Franco Russo Guarro, il prossimo 5 ottobre per rispondere dell’accusa di omicidio colposo. A ricostruire il caso è stato il pm Valeria Vinci della Procura della Repubblica di Nocera Inferiore, che dopo la morte ordinò il sequestro della cartella clinica della donna. Maria Cariello aveva subìto un’interruzione di gravidanza quando era all’ottava settimana. Sembrava un intervento di routine, ma ritornata a casa – in via Pontone ad Angri – aveva cominciato ad accusare i primi malori, aggravatisi con il passare delle ore. La signora, in preda a crampi lancinanti all’addome fu riportata all’“Umberto I” dal marito, ma poche ore dopo morì per una emorragia interna e per le complicazioni dovute all’intervento chirurgico al quale era stata sottoposta appena due giorni prima. I medici tentarono in extremis di salvarle la vita, ma l’emorragia era devastante e Maria Cariello morì tra le braccia del marito. La denuncia alla Procura della Repubblica di Nocera Inferiore bloccò i funerali che erano stati già disposti. Le indagini hanno permesso di individuare il ginecologo Franco Petrone come unico indagato. La perizia medico-legale disposta dalla Procura nocerina ha sostenuto che vi sarebbero i presupposti per una colpa medica. A sostenere la difesa con una perizia di parte sono gli avvocati Alfano e Dinacci, che assisteranno il professionista dinanzi al giudice monocratico Russo Guarro. Martedì il gup Scermino ha accolto la richiesta di rinvio a giudizio ed ha anche ammesso la costituzione di parte civile dei familiari con l’avvocato Gabriele Di Maio. Il dibattimento chiarirà se vi sono responsabilità da parte dell’unico imputato.(r.f.)