Caso De Siano e i 30 mila euro pagati da Ciummo per il tesseramento di Forza Italia

La richiesta di arresto rigettata dall’Aula del Senato a carico del senatore Domenico De Siano era stata avanzata dal Gip del Tribunale di Napoli, Claudia Picciotti. La richiesta di custodia cautelare in carcere era stata presentata dai pm Graziella Arlomede e Maria Sepe. Il 15 gennaio scorso la Squadra mobile di Napoli arrestò lo stretto collaboratore del senatore De Siano, Oscar Rumolo, tuttora ai domiciliari ed il patron della “Ego Eco”, Vittorio Ciummo, anch’egli ai domiciliari, con l’accusa di tangenti sugli appalti della raccolta rifiuti nei Comuni di Lacco Ameno, Forio d’Ischia e Monte di Procida. Nelle ore successive allo scoppio dello scandalo De Siano affermò che avrebbe rinunciato all’immunità e che si sarebbe dimesso da coordinatore di Forza Italia in Campania. Il 3 febbraio il Tribunale del Riesame, pur confermando la richiesta d’arresto a carico del senatore De Siano, aveva escluso l’esistenza dei gravi indizi per l’associazione a delinquere. Le indagini sono state già chiuse dai pm della sezione reati contro la Pubblica Amministrazione della Procura che l’11 febbraio hanno notificato l’avviso di chiusura indagini, contestando comunque a De Siano – nonostante la pronuncia del Riesame – l’associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e alla turbata libertà degli incanti. Secondo quanto emerso dalle indagini della Squadra mobile le tangenti versate a Rumolo (30mila euro in tre tranches da 10mila euro ciascuna) da parte di Ciummo erano state utilizzate per il tesseramento di Forza Italia nel 2012. Il tesseramento fu eseguito da collaboratori e dallo stesso Rumolo nella sala Bingo del Comune di Forio d’Ischia. L’ inchiesta della Procura ha coinvolto 14 persone. I reati di corruzione e turbativa d’asta sono stati contestati anche a Vincenzo Rando, ex responsabile ragioneria del Comune di Forio; Giulia Di Matteo, ex segretario generale del Comune di Monte di Procida ed ex segretario generale del comune di Lacco Ameno; Francesco Iannuzzi, già sindaco di Monte di Procida; Carmine Gallo, legale rappresentante del Consorzio Cite, Carlo Savoia, dipendente della Cite, ed all’ex sindaco di Lacco Ameno, Restituta Irace. Le indagini cominciarono da un esposto di tre consiglieri del comune di Forio d’Ischia sull’affidamento del servizio di raccolta e smaltimento di rifiuti solidi urbani nei comuni di Lacco Ameno, Forio d’Ischia e Monte di Procida.

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