Nell’ambito dell’inchiesta “Garanzia 2” condotta dagli uomini del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria delle fiamme gialle di Roma, vengono alla luce i particolari attraverso i quali si ritiene che “la mente” dell’organizzazione criminale, finalizzata alla truffa ed all’esercizio abusivo della professione finanziaria, sia un uomo nato a Vico Equense, in concorso con altri, ma residente a Milano. Marco Longobardi, classe 1971, è ritenuto uno degli ideatori del raggiro ai danni di enti pubblici e privati. Il tutto è stato possibile dalla connivenza, emersa nel corso delle indagini, di una donna, anch’essa stabiese di origine ma residente a Roma. In alcune telefonate intercettate dagli investigatori si rileva proprio la posizione apicale del Longobardi.
In una telefonata con la convivente, il Longobardi “appare” quasi seccato dalla richiesta che gli fa la convivente, V. C. in quanto la stessa sia stata chiamata dalla segretaria (la donna stabiese,ndr) che chiedeva i documenti della madre di lei (la suocera del Longobardi,ndr). Non capendo a cosa servivano i documenti ha pensato di chiedere delucidazioni al Longobardi. Marco Longobardi gli risponde con tono “infastidito”, al punto che la compagna gli chiede come mai lo infastidisse, e lui risponde, in dialetto napoletano: “stamm araprenn o cunt corrent, nun te preoccupà. M’o c’o spieg io a tua mamm”.
In effetti la compagna, nel corso della telefonata, chiedeva se la madre (amministratore di una delle società finanziarie,ndr) fosse a conoscenza dell’apertura di un nuovo conto corrente.
Non è l’unico particolare che risalta nel corso dell’indagine. Nei prossimi articoli analizzeremo altri passaggi.